Rimini, 25 giugno 2013 - L’INFERNO si è scatenato alle cinque. Un incubo portato dall’acqua che ha seminato morte e paura tra la fascia costiera e la Statale, andati ‘sotto’ in pochi minuti. Poi è toccato a Cattolica, flagellata dal nubifragio e quindi a Riccione, spazzata da un tremenda tromba d’aria. Due persone sono morte in una tempesta fatta di pioggia e di grandine che non ha risparmiato niente e nessuno. Rimini ha avuto la peggio, strade trasformate in torrenti che si portavano via tutto quello che trovavano sul loro cammino, gente barricata in case, negozi, banche, aziende, nel disperato e spesso inutile tentativo di impedire alla ‘piena’ di entrare. In meno di mezz’ora si è scatenato il panico, con decine di persone intrappolate nei sottopassi con le loro auto o in mezzo ai mobili che galleggiavano.
 

La prima tragedia si è consumata a Santa Cristina, in una casa proprio di fronte al carcere dei Casetti, dove è morta Florida Bernabè, 89 anni. La Polizia sta ancora cercando di ricostruire con esattezza quello che è accaduto. Sembra che l’anziana signora, che vive a piano terra, quando si è resa conto che l’acqua stava entrando nell’appartamento, abbia tentato di uscire, finendo travolta dalla piena. A sentire le sue grida d’aiuto è stato il giovane vicino che è corso, nel disperato tentativo di salvarla. Ma non c’è stato niente da fare, e ora l’autopsia potrà solo accertare se la donna è morta annegata o schiacciata dai mobili, spazzati via dall’acqua. Il secondo decesso è avvenuto invece a Rivabella. Vittima un riminese, di 70 anni, colpito da un infarto. Per quanto abbia corso, anche l’ambulanza del 118 si è trovata di fronte il ‘muro’, e quando gli operatori sono arrivati, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
 

PER ORE la città è stata attraversata dalle sirene delle forze dell’ordine, mentre i centralini andavano in tilt, saltavano luce e telefoni e le centraline finivano sommerse. Alle 17,30, in via Covignano c’era già mezzo metro d’acqua, il sottopasso era diventata una trappola, così come tutti quelli tra Viserba e Cattolica. Il centro storico era ridotto a un immenso acquitrino. Piazza Cavour in pochi minuti si è riempita di quasi mezzo metro, allagando bar, farmacie e i megozi, mentre la gente scappava da un ‘mostro’ che non si era mai visto prima. Alle 17,30, l’intera città era paralizzata, nessuno riusciva più a muoversi, ogni punto di Rimini era come se fosse stato isolato. Mare e monte erano letteralmente spaccati in due, e gli stessi vigili del fuoco avevano grosse difficoltà a raggiungere case e persone, così come gli ospedali. La gente chiamava disperata, ma raggiungere tutti era praticamente impossibile. Le strade erano serpentoni di macchine e acqua sporca, i tombini saltavano come tappi, mentre le fogne riversavano all’aperto i liquami. Tutto in tilt e immobile come in un film di fantascienza. La priorità si dava alla vita umana, e sono stati parecchi i salvataggi fatti in extremis dalle forze dell’ordine, soprattutto nei sottopassi, dove gli automobilisti erano rimasti imprigionati e rischiavano di annegare. Quando la pioggia è diminuita sono cominciate le frane, e anche a quelle hanno dovuto far fronte, prima che accadesse il peggio.
 

OLTRE a Rimini, la più flagellata da pioggia e grandine, il nubifragio ha massacrato anche Cattolica, dove oltre a case ed alberghi, si sono allegate persino le sale operatorie dell’ospedale Cervesi. Non ci sono stati feriti, ma soltanto per un miracolo. Tutte le forze disponibili sono state mobilitate, e ieri sera in città si sentivano soltanto le sirene.