Rimini, 17 luglio 2013 - «Mutoid must stay». Molto più di uno slogan. E’ diventato quasi un mantra a Santarcangelo. Lo trovi scritto ovunque, nel paese che ha dato i natali a Tonino Guerra, Fabio De Luigi, Daniele Luttazzi e dal 1991 è diventato la ‘casa’ di questi artisti che l’Europa ci invidia. «I Mutoid devono restare», ma non sarà facile restare per loro, artigiani capaci di tirar fuori da una vecchia auto o da un aereo in disarmo sculture di rara bellezza. Sugli artisti pende un’ordinanza di «demolizione» e «rimessa in pristino» dell’area affidata loro dall’amministrazione negli anni ’90. Gli autori di draghi d’acciaio, ragni giganti e altre incredibili opere e installazioni (tutte fatte usando vecchi elettrodomestici, auto e materiale di recupero) hanno i giorni contati.

Ma di chi è la colpa? Perché, dopo aver accolto gli artisti (quasi tutti inglesi, ma non mancano gli italiani, come Lucia Peruch detta Lupan) a braccia aperte, ora il Comune intima loro di andarsene? La faccenda è complicata e ha un sapore molto italiano. Fatto di burocrazia, di carte bollate, di atti giudiziari. Dopo aver presentato una raffica di denunce nel corso degli anni, un vicino di casa degli artisti ha intentato e vinto (a maggio) la causa davanti al Tar. Da qui l’ordinanza del Comune, che da mesi stava lavorando per trovare una soluzione per mettere a norma il campo, insieme alla Soprintendenza. Ma i guai, per i Mutoid, erano già iniziati, a dicembre, quando durante un sopralluogo era emerso come molte delle strutture presenti nel campo (che è su terreno demaniale) risultassero «abusivE», non autorizzate. Ma i Mutoid, in questi anni, non hanno aggiunto un mattone in più. «Quelle che vengono ritenute abusive dalla leggi italiane sono le roulotte e i furgoni dove viviamo, le tettoie che abbiamo montato sopra alle officine, persino le nostre opere. In questi anni abbiamo eseguito tutti i lavori che il Comune ci ha chiesto per ‘regolarizzare’ il campo», allarga le braccia Andy Mc Farlane, uno dei componenti del gruppo dagli anni ’90.

Il punto è che i Mutoid non vogliono andarsene da Santarcangelo. «E neanche i santarcangiolesi vogliono che ce ne andiamo. Tutti tranne uno», sorride Shona Logan. Anche lei è arrivata nel 1991, «ero incinta di mia figlia Alyx». Ecco, i Mutoid in questi anni hanno messo le radici sulle rive del Marecchia. «Siamo già alla terza generazione. E ci sentiamo santarcangiolesi: viviamo qui, facciamo la spesa qui, e i nostri figli vanno a scuola qui», continua Shona, che ha aperto anche un ristorante, il Calycanto. Sulla facciata del locale, da alcuni giorni, è appeso il manifesto Mutoid must stay. Di manifesti così sono tappezzati quasi tutti i negozi e i locali del centro: è la dimostrazione di quanto i santarcangiolesi siano legati a loro. E in questi giorni i Mutoid hanno già raccolto più di 2mila firme in piazza. Ma la solidarietà non basta. «Presenteremo un ricorso al Tar per bloccare l’ordinanza di sgombero. E cercheremo così di prendere tempo», incrocia le dita il loro avvocato, Stefano Valeriani. Sperando che il Comune di Santarcangelo, che nel frattempo è stato commissariato, «faccia finalmente quello che non ha fatto in tutti questi anni per regolarizzare il campo, una volta per tutte».

Manuel Spadazzi