Rimini, 12 settembre 2013 - Quattro delfini appartenenti alla specie ‘Tursiops truncatus’, meglio conosciuta come ‘delfino dal naso a bottiglia’, sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato (Servizio Centrale Cites e personale del Comando provinciale Forestale di Rimini) al delfinario di Rimini (guarda il video). “Il sequestro- spiega una nota Cfs- e’ stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Rimini su richiesta dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, a seguito di indagini eseguite dal Corpo forestale dello Stato che era intervenuto presso la struttura a fine luglio”.

Tra le irregolarita’ riscontrate: “assenza di riparo dal sole e dalla vista del pubblico, carenza di un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell’acqua, nonche’ vecchie vasche di contenimento irregolari non adatte a consentire un adeguato movimento dei tursiopi e a garantirne la salute fisica e psichica, costretti ad una convivenza coatta nel gruppo sociale dove erano inseriti”. I delfini, per di piu’, “non erano sottoposti ad un idoneo programma di trattamenti medici veterinari come testimonia l’assenza di vasche predisposte a tal fine, o adibite alla quarantena o ad ospitare le femmine durante il periodo di gravidanza e allattamento”.

Oltre a questi illeciti e’ stato ipotizzato il reato di maltrattamento animale.
L’intervento, che ha visto coinvolta una task force interministeriale composta da funzionari del ministero dell’Ambiente, da medici veterinari del ministero della Salute e da esperti di mammiferi marini, e che era mirato a verificare il rispetto della normativa in materia di giardini zoologici, ha portato all’accertamento di diverse irregolarita’ amministrative, a causa delle quali, il Corpo forestale dello Stato ha elevato sanzioni amministrative per circa 18.000 euro.

Su disposizione della Procura di Rimini, quindi, il Corpo forestale sta eseguendo il trasferimento dei quattro delfini sequestrati, due femmine e due maschi, il piu’ piccolo di circa sei anni, che saranno trasferiti presso l’Acquario di Genova (guarda le foto).
Appena giunti, “i delfini verranno inseriti nelle due vasche curatoriali, non visibili al pubblico adiacenti la vecchia vasca espositiva per effettuare il consueto periodo di quarantena”, spiega la Forestale. Durante questo periodo di acclimatamento il personale veterinario e acquariologico della struttura “potra’ effettuare tutti i controlli veterinari necessari al monitoraggio dello stato di salute degli animali e prestare tutte le cure di cui questi avranno bisogno”.

 

La società annuncia il ricorso

Intanto la societa’ il Delfinario di Rimini srl, attraverso una nota stampa del suo legale, l’avvocato
Massimiliano Bacillieri del Foro di Bologna, fa sapere che ricorrera’ al Tribunale del Riesame per vedersi restituiti gli animali.

Il Delfinario poi sottolinea con forza “l’assoluta assenza di qualsivoglia comportamento lesivo del benessere degli animali da parte di tutto il personale” e ribadisce “l’enorme danno alla salute dei delfini in seguito all’imbarazzante organizzazione del loro trasporto, oltre all’ovvio e susseguente danno d’immagine per la struttura e la citta’”.

 

Il sindaco Gnassi: "Una pagina triste per Rimini"

La vicenda relativa al provvedimento giudiziario che ha per oggetto i 4 delfini “non puo’ che essere letta come una pagina triste per la nostra citta’, coinvolgendo un’attivita’ storica e riconosciuta non solo del nostro lungomare ma della complessiva offerta turistica riminese”. Cosi’ il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, commenta la notizia del sequestro dei 4 tursiopi operato dalla Forestale.
“L’amministrazione comunale seguira’ con attenzione l’iter giudiziario del caso, confidando nel fatto che la Magistratura possa fare completa chiarezza in tempi rapidi- aggiunge Gnassi- non nascondiamo la preoccupazione per la salute dei quattro delfini, animali fragili e delicati, che gia’ nelle prossime ore saranno sottoposti ad un viaggio lungo e non previsto”. A proposito del Delfinario, “la cui competenza - e’ bene ancora una volta ribadirlo - e’ demaniale e non comunale”, il Sindaco spiega che “i problemi strutturali hanno ormai radici antiche, che poggiano su stratificazioni, sovrapposizioni, contraddizioni amministrative e normative accumulate in quasi mezzo secolo” e relative ad un ampliamento “piu’ necessario che auspicato”.
Certo, “non sta a questa amministrazione chiedersi perche’ non si sia fatto tutto cio’ per tempo”, aggiunge Gnassi. Intanto ieri il sindaco di Rimini ha incontrato a Roma il direttore dell’Agenzia del Demanio proprio “per l’acquisizione del Lungomare”, un’area “strategica di Rimini” che puo’ consentire “di attuare i progetti di riqualificazione, ampliamento e rinnovamento che gli imprenditori che insistono su quel quadrante urbano, compresi quindi i gestori del Delfinario, vorranno intraprendere”, conclude.

 

Il plauso di Legambiente, Lav, Enpa e Marevivo

Plauso di Legambiente all’operazione della Procura della Repubblica di Rimini e del Corpo Forestale dello Stato che ha permesso di “porre fine ad una serie di maltrattamenti a cui erano soggetti i tursiopi del vecchio delfinario di Rimini”. Un’operazione che “fa emergere la triste realta’ di norme non rispettate e che apre una riflessione sulle strutture che ospitano gli animali selvatici in cattivita’ per attivita’ ed esigenze ludiche”, dichiara Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e benessere animale di Legambiente, commentando il sequestro e trasferimento di quattro delfini del Delfinario di Rimini.

“Soddisfazione” per il sequestro e “plauso” al Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato da Lav, Enpa e Marevivo. Da anni le associazioni ambientaliste chiedono la chiusura dei delfinari e da luglio e’ attiva in Italia la campagna Sos Delfini, promossa in Europa dalla Born Free Foundation, “grazie alla quale, dopo settimane di investigazioni, e’ stata portata alla luce la realta’ delle sistematiche violazioni delle norme europee e nazionali”.
Un encomio al Servizio Cites e’ arrivato anche dalla senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e dei senatori di Sinistra, Ecologia e Liberta’: “Questo e’ un modello da seguire per costruire una nuova cultura di rispetto verso tutti gli esseri viventi”.