Rimini, 19 settembre 2013 - Credeva di avere trovato un nuovo amico, invece era caduta nella trappola di uno dei tanti maniaci che si nascondono dentro Fecebook. L’ennesima vittima è una 17enne riminese, perseguitata da un giovane che l’ha sottoposta a un vero e proprio ricatto a luci rosse. Lei ha resistito, e soprattutto si è rivolta alla Polizia postale che dopo mesi è riuscita a risalire alla ‘fonte’, dando un nome e un volto al persecutore. Si tratta di un 26enne di Catania, denunciato per minacce.
 

La ‘tortura’ comincia nel 2012, quando con la riminese si fa vivo un giovane che le chiede l’amicizia su Facebook. Non sa chi ci sia dall’altra parte, ma dà il via libera, come accade quasi sempre, soprattutto tra i giovani ansiosi di mettere insieme quanti più ‘amici’ possibili.

Cominciano a scambiarsi qualche messaggio, e all’inizio niente fa supporre che dietro ci sia uno dei tanti predatori che si aggirano nell’etere. Ma poco tempo dopo, il misterioso corrispondente si toglie la maschera. Ora ha accesso alle sue foto, le dice, e può farne quello che vuole, anche metterle su un sito pornografico. Anzi, è proprio quello che farà, a meno che lei non soddisfi i suoi desideri. Senza tanti complimenti le ‘ordina’ di mettersi davanti alla webcam, di spogliarsi e di fare dell’autoerotismo. La ragazzina è sconvolta, e sa che difendersi è praticamente impossibile.

Non ha nessuna intenzione di fare quello che lui le chiede, e cerca di prendere tempo. Lui però non vuole rinunciare alla sua preda, crede di averla in pugno e alla fine le dà l’ultimatum, o fa quello che vuole lui o le sue immagini finiranno in un sito hard. A quel punto disperata si confida con i genitori, e questi senza perdere tempo vanno a fare una denuncia alla Polizia postale di Rimini. Gli investigatori sono abituati ad andare a caccia di maniaci in rete. Non è facile riuscire a individuare il ricattatore, ma alla fine riescono a ‘prenderlo’.