Rimini, 14 ottobre 2013 - UN SETTORE che non conosce segni negativi nemmeno in presenza di una crisi economica come quella attuale: è quello dei cartomanti, dei sensitivi, dei medium.
In realtà la situazione sarebbe qualcosa di ben diverso da quello che generalmente di immagina.
E’ vero che il vostro settore va molto bene nonostante la crisi e addirittura è in aumento?
«Possiamo anche dire che c’è stato un aumento, ma devo dire che c’è in quanto ‘telefono amico’», risponde Letterius, uno dei pochi addetti al settore che lavora anche nel Riminese e che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Cosa intende per ‘telefono amico’?
«Che le persone chiedono dei consulti telefonici ma solo perché sono alla ricerca di un punto di riferimento che non hanno più. Ormai stiamo facendo le veci di quel sociale che non esiste più e quando questo viene a mancare anche il mago diventa qualcosa a cui aggrapparsi. Le persone sono disperate, non hanno casa, dormono per strada: pochi giorni fa ho ritrovato un mio conoscente in questa situazione disperata. Gli ho dato dieci euro. Cosa dovevo fare?»

Le persone che la consultano che cosa chiedono?
«Lavoro. E’ questo il grande dramma di questo momento. Una situazione così terribile non l’ho mai vista e dire che è dagli anni ’80 che faccio questa professione».

Cosa è cambiato nel corso del tempo?
«Prima c’erano molti più soldi in giro e, specialmente gli uomini, venivano da me per sapere dell’amante, della fidanzata. Adesso arrivo gli imprenditori disperati perché sono sull’orlo del fallimento».

Le donne la contattano?
«Anche loro sono cambiate: non vengono più per l’amore ma per i soldi. Proprio l’altro giorno è venuta da me una signora disperata ma non perché il marito l’aveva lasciata, ma perché adesso c’era il problema di accesso a un fondo in denaro».

Insomma la magia è cambiata radicalmente.
«Sì, intanto è più tecnologica: ora si va molto con internet. Ma sono cambiati i bisogni, o meglio sono aumentati, venendo a mancare punti di riferimento forti. Se i maghi esistono una ragione c’è ed è questa».

Monica Raschi