Rimini, 15 ottobre 2013 - Anche se era nell’aria da mesi, Andrea Gnassi e Stefano Vitali non pensavano di poter finire davvero nel ‘fascicolo Aeradria’. Ma qualche giorno fa la Procura, dopo una ‘pausa di riflessione’, ha deciso di guadagnare anche i palazzi della politica, iscrivendo il sindaco di Rimini e il presidente della Provincia nel registro degli indagati, con le stesse ipotesi di reato di Massimo Masini e dell’ex cda: falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito.

Gli investigatori della Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, guidati dal maggiore Marco Antonucci, puntano il dito soprattutto sul quel finanziamento da un milione e 200mila euro che Carim avrebbe concesso ad Aeradria sulla ‘fiducia’ delle lettere di patronage firmate dal Gnassi e Vitali.

Garanzie, secondo gli inquirenti, senza fondamento, visto che non ci sarebbe traccia di stanziamenti pubblici per far fronte agli impegni presi nelle lettere. I soldi di fatto non sono mai arrivati, ma è sulla scorta di quelle garanzie che la società aveva ottenuto il finanziamento dalla Carim. Una ‘pezza’ che per gli investigatori avrebbe contribuito a dissimulare quello stato di insolvenza in cui versava Aeradria. Quando e come si difenderanno Gnassi e Vitali è ancora presto per dirlo, ma il colpo è stato sicuramente accusato.

Perchè è un’altra doccia fredda in un panorama da brivido, con la società tornata di nuovo sull’orlo del baratro, dopo la relazione conclusiva del commissario giudiziale che ha di fatto stroncato il piano industriale, chiedendo la revoca dell’ammissibilità al concordato di continuità. L’esperto nominato dal Tribunale ha concluso che, seppur pieni di buona volontà e incamminati nella giusta direzione, i nuovi vertici di Aeradria hanno poche speranze di riuscire ad uscire dalla situazione disastrosa in cui si trova la società.

Il commissario ha spulciato debiti e crediti, arrivando a conclusioni diverse dalle loro, e decurtando la ‘cassa’ di diversi milioni di euro. Il piano di salvataggio, insomma, presenta troppi rischi per poter essere preso in considerazione, e secondo lui non è il caso di andare avanti. Riaprendo così l’ennesimo fronte, dove la battaglia, a colpi di conti e interpretazioni, si consumerà nel corso dell’udienza che il Tribunale sembra intenzionato a fissare al più presto. I nuovi vertici di Aeradria si dicono però "fiduciosi" e annunciano un nuovo piano industriale che supera quello preso in considerazione dal commissario.

Alessandra Nanni