Rimini, 11 novembre 2013  - È partita da Rimini l’inchiesta che ha portato all’arresto di Gabriele Paolini, il famoso disturbatore televisivo. Circa un mese fa i carabinieri hanno infatti sequestrato materiale pedo-pornografico riconducibile a Paolini. Ottanta foto in cui sarebbe immortalato con minorenni, che però non sarebbero state scattate a Rimini. Per questo motivo i carabinieri hanno inviato il materiale sequestrato alla procura di Roma che ha aperto l’inchiesta. Ieri sera il disturbatore televisivo è finito in manette con le accuse di induzione alla prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. L’indagine che ha coinvolto Paolini non ha alcun legame con l’operazione ‘Ninfa’ che ha portato alla luce un giro di baby prostitute nel quartiere Parioli della capitale. I carabinieri di Rimini mantengono al momento il massimo riserbo sul sequestro del materiale pedo-pornografico che incastrerebbe Paolini. Nessuna notizia su dove queste foto sarebbero state rinvenute.

Nato A Milano nel 1974, Paolini è diventato un personaggio televisivo quando con le sue azioni di disturbo ha iniziato a piazzarsi alle spalle di inviati e giornalisti, mostrando striscioni o facendo il segno delle corna. Clamorosa anche la sua campagna per senisbilizzare all’utilizzo del preservativo. Fino al 2006 ha pubblicato su internet materiale pornografico nel quale si mostrava in atti sessuali estremi. Poi la polizia postale di Roma ha sequestrato i siti. Nel 2010 è stato condannato dal tribunale di Roma per tentata estorsione, calunnia, diffamazione e molestie. Adesso le accuse più pesanti di induzione alla prostituzione minorile e produzione di materiale pedo-pornografico. Secono le accuse avrebbe pagato ragazzi minorenni per fare sesso con loro. Durante le perquisizioni i militari del nucleo investigativo di Roma hanno recuperato in queste ore alcune foto dove il personaggio televisivo, diventato noto per le sue ‘incursioni’ nel corso dei collegamenti tv, ritrarrebbero i minorenni in atti sessuali. Le indagini si stanno concentrando in particolare su due minorenni, forse di età compresa tra i 14 e i 16 anni, che sarebbero per ora le uniche due vittime. Ma gli investigatori stanno proseguendo le indagini e ascolteranno in queste ore i minorenni per capire se ci sono altre persone coinvolte, in particolare ragazzini. Ora i file contenuti nel computer verranno passati al setaccio alla ricerca di qualsiasi elemento utile che possa far risalire ad eventuali altri episodi. Lo stesso Paolini sarà ascoltato in queste ore per far ulteriormente luce sulla vicenda.

Filippo Graziosi