Rimini, 1 dicembre 2013 - AERADRIA deve loro più di 31 milioni di euro. Ma col fallimento della società dichiarato dal tribunale, i creditori possano sperare al massimo di portarsi a casa tavolini, sedie, armadi, computer e auto e mezzi di servizio... E’ tutto lì il patrimonio di Aeradria. Lo sapevano bene i principali creditori, quando hanno tentato la strada di un nuovo concordato e proposto di diventare soci dell’aeroporto. Un piano incagliatosi contro il verdetto dei giudici, e ora toccherà al curatore nominato dal tribunale, Renato Santini, cercare di recuperare almeno una parte dei soldi dei creditori.

GIÀ, MA COME? E’ quasi certo, stando a indiscrezioni, che una delle prime mosse del curatore sarà quella di avviare l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Aeradria. Insomma: Masini, Vannucci, Formica e gli altri sei ex consiglieri del vecchio cda rimasto in carica fino ad agosto, potrebbero essere chiamati a rispondere personalmente con i loro beni e con i loro conti correnti. D’altra parte, Aeradria non aveva praticamente né beni né immobili, se non i cosiddetti beni strumentali, quelli cioè usati per la sua attività. I consulenti che hanno lavorato al concordato avevano stimato in circa 2 milioni di euro il valore di questi beni. Che sono rappresentati, appunto, dagli arredi degli uffici, dai computer, da alcuni veicoli di servizio compresi quelli che girano in pista, e da alcune attrezzature e impianti comprati da Aeradria negli anni. Dall’elenco restano esclusi naturalmente tutti i sistemi e gli impianti tecnici, che sono di Enac e che restano quindi nella disponibilità dell’aeroporto. E’ evidente che, ai creditori, restano quindi solo le briciole, a fronte di un debito contratto negli anni da Aeradria piuttosto consistente.

VERSO LE BANCHE la società di gestione (al 31 dicembre 2012) aveva un debito pari a 14 milioni e 939mila euro. Ma è ancora più salato il conto verso i fornitori: in questo caso il debito accertato (secondo il bilancio 2012) è infatti di 16 milioni e 215mila euro. Senza dimenticare poi i debiti nei confronti dell’Inps e degli istituti per la sicurezza dei lavoratori, per un milione e 244mila euro. Solo fornitori e banche devono riscuotere oltre 31 milioni di euro. Non a caso due delle aziende che vantano i maggiori crediti verso Aeradria, Cbr e Pesaresi (devono avere complessivamente oltre 2,5 milioni di euro) l’altro giorno hanno ricordato che quei soldi, dopo il fallimento, sono persi, e chi vincerà il bando per gestire il ‘Fellini’ si ritroverà un aeroporto rimesso a nuovo grazie ai loro. Ecco perché il conto per il crac di Aeradria sarà recapitato probabilmente a chi ha amministrato la società.

Manuel Spadazzi