Rimini, 29 Gennaio 2014 - Marco Zinnanti è stato condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio di Leonardo Bernabini, 54 anni, il tassista originario di Alfero, frazione di Verghereto (FC), trucidato sui colli di Covignano il 2 settembre del 2012.

Zinnanti, 24 anni, era stato arrestato dalla Squadra Mobile dopo tre giorni di fuga. Il ragazzo ha sempre sostenuto che a scatenargli la furia omicida era stata una proposta sessuale fattagli da Bernabini.

Il Pubblico Ministero, Davide Ercolani, aveva chiesto l'ergastolo. Dopo la sentenza, il giovane è scoppiato in lacrime e ha ringraziato il giudice per avergli risparmiato l'ergastolo. La famiglia della vittima: "Giustizia è fatta, ora potrà riposare in pace”, è stato il commento a caldo dell’ex moglie del tassista che ha precisato di non essere interessata ai soldi del risarcimento “perché tanto non pagano niente”. “Mi metto nei suoi panni - ha detto Martina, la figlia minore di Bernabini - mi sento male per lui. La condanna se la merita ma quasi mi fa pena. Deve capire quello che passerò io senza più un padre”.

 

Zinnanti è stato invece assunto dalle accuse di aver modificato il fucile e per detenzione di arma clandestina. Il giudice ha inoltre condannato Zinnanti al pagamento delle spese processuali, al risarcimento delle parti civili, ex moglie, due figli e sorella di Bernabini ad un quantum da stabilire in sede civile. Per il solo danno morale ha pero’ intanto deciso una provvisionale di 80 mila euro per l’ex moglie, 160 mila euro a testa per i due figli, e 50 mila euro per la sorella.
 

“La premeditazione è caduta perché non c’era un piano criminoso - ha detto l’avvocato difensore Marco Ditroia -. Pero’ non ho creato false aspettativa in Marco che si aspettava l’ergastolo e quindi e’ stato sollevato dalla sentenza. Oggi si rende conto di cio’ che ha fatto e come ha sempre sostenuto si dice pronto ad espiare una pena giusta”. “Dal mio punto di vista 30 anni sono una pena pesante - continua il difensore - vista la giovane eta’”. Gia’ pronto il ricorso in appello. “Avevamo paura dell’ergastolo - ha detto la mamma di Zinnanti che non ce l’ha fatta ad ascoltare la sentenza in aula -. Grazie al giudice che si è messa una mano sul cuore e ha tenuto conto dell’età di mio figlio”.