Rimini, 3 marzo 2014 - Il caso dell'omicidio di Mozzate (Como) è a una svolta. Due uomini sono stati fermati nell'ambito dell'indagine sull'omicidio di Lidia Nusdorfi, la 38enne riminese uccisa a coltellate (foto) nel sottopassaggio della stazione ferroviaria, lungo la linea Saronno-Varese. Si tratta dell’ex compagno della donna, Dritan Demiraj, albanese di 29 anni e del suo datore di lavoro, che, secondo gli investigatori, gli avrebbe fornito un falso alibi per la sera del delitto. Demiraj era stato sentito ieri nella caserma dei carabinieri di Rimini.

In una prima fase dell'inchiesta i carabinieri hanno lavorato a lungo per esaminare le riprese delle telecamere della stazione di Mozzate, del municipio e di altre zone del paese.  I militari cercavano un uomo, abbastanza giovane, che avrebbe atteso la donna nel sottopassaggio per poi aggredirla alle spalle, colpendola con almeno due fendenti risultati fatali. L'allarme era stato lanciato intorno alle 19.30 di sabato da due giovani egiziani che stavano aspettando il treno e hanno sentito un urlo. Quando sono andati verso il sottopassaggio, uno di loro ha notato un uomo, giovane, all’apparenza italiano, che si stava allontanando dalla stazione sotto la pioggia, con l’ombrello aperto. L’altro ha visto la donna ferita e ha chiamato i soccorsi che non hanno potuto salvarle la vita dato che per la gravità delle ferite la donna è praticamente morta dissanguata. 

Nata in provincia di Milano, a Garbagnate Milanese, Lidia Nusdorfi si era trasferita e poi aveva vissuto a lungo a Rimini. Disoccupata, era tornata da qualche mese in Lombardia a Mozzate, dove era ospite di parenti. Ieri sera stava tornando verso casa: era scesa dal treno e si stava dirigendo verso il parcheggio dietro la stazione quando è stata aggredita. L’ipotesi è che l’assassino la stesse aspettando e che l’accoltellamento sia legato a motivi personali e non ad un’aggressione a scopo di rapina.