Rimini, 16 marzo 2014 - DIPENDENTI dalla cocaina per riuscire a fare più sesso e per un tempo maggiore. Un binomio diventato così pericoloso che non sono pochi gli uomini che si sono dovuti rivolgere al medico, il quale li ha indirizzati al Dipartimento Dipendenze patologiche dell’Azienda Usl. Non siamo nella Wall Street degli eccessi senza nessun tipo di freno così ben descritta nell’ultimo film di Martin Scorsese: siamo a Rimini. Poca finanza ma molta coca e tanto sesso.

Si tratta di uomini abbastanza giovani, con un’età compresa fra i trenta e quarant’anni, persone socialmente integrate, quindi con una professione anche di buon livello, magari anche con una bella famiglia. «Una vita al di sopra di ogni sospetto, una quotidianità che non fa pensare a nulla del genere ma il problema è una sorta di doppia personalità — afferma Daniela Casalboni, direttore del Dipartimento Dipendenze patologiche dell’Ausl di Rimini —. Sono arrivati da noi per la dipendenza da cocaina che legavano particolarmente al sesso. Quello che è frequente in queste persone è che sono loro stessi a offrire la sostanza alle stesse prostitute o all’interno di vere e proprie orge. E’ qui che alcuni di questi uomini hanno iniziato ad avere paura e a rendersi conto di dove li stavano portando questi eccessi».

Casalboni passa a spiegare che cosa ha fatto scattare il campanello d’allarme: «Queste serate a base di cocaina e sesso e badiamo che quando c’era la perdita di lucidità non c’è differenza tra uomini, donne vanno avanti finché la cocaina non è finita: sono i festini denominati ‘binge’, un’abbuffata in questo caso di coca e sesso. E’ successo che alcune persone hanno perso la nozione del tempo, andando avanti anche per un giorno intero con gravi problemi per la loro professione e per la famiglia. Appena riacquistata un minimo di coscienza — prosegue il medico — hanno realizzato quali erano i pericoli che stavano correndo anche dal punto di vista sanitario e legale. Quindi hanno deciso di rivolgersi a noi. Ed hanno iniziato un percorso per disintossicarsi da tutto. Abbiamo avuto anche un altro caso, abbastanza unico per noi: un uomo di 50 anni, che invece appena vedeva una donna provava l’impulso di provarci. In questo caso non c’era abuso di nessuna sostanza stupefacente: solo non riusciva a resistere alla vista di una donna, anche se non è mai arrivato a nessun tipo di violenza. Ma anche questo era un caso di dipendenza».
I pazienti seguiti con apposito programma dal Dipartimento sono 1.200 e le dipendenze sono le più disparate: dal fumo al gioco d’azzardo all’alcol alla droga.

Monica Raschi