Misano, 14 aprile 2014 - “Non e’ il motociclismo che ti uccide, e’ la vita. Misano ieri non aveva nessuna colpa, la sua colpa e’ solo la sua stessa maledizione”. Alessia Polita, la giovane centaura marchigiana rimasta disabile dopo un grave incidente lo scorso anno proprio sul circuito di Misano, giudica cosi’ su Facebook alcuni commenti fatti dopo la morte ieri in pista di Emanuele Cassani (foto), 25 anni, alla partenza di una gara del Campionato italiano velocita’ sul circuito romagnolo intitolato a Marco Simoncelli.

“Mi dispiace parecchio sentir dire ‘questo in fondo e’ il motociclismo’”, scrive Alessia Polita. “Si’, lo dicevo anch’io quando ero ‘inconsapevole’, quando le cose non mi toccavano da vicino, quando realmente la tragedia non sfiorava i miei pensieri e dicevo ‘si’ dai non tocchera’ proprio a me”. Ora mi viene un po’ difficile utilizzare frasi cosi’ con tanta leggerezza. Tutti sappiamo che il motociclismo ha il suo carico di pericoli e tragedie, ma una vita non vale quanto una frase sputata al vento senza senso... ‘questo e’ il motociclismo’. Io semplicemente direi... Questa e’ la vita! Fatta di sogni, felicita’ ma anche di passioni e tragedie. Le moto non sono una fabbrica di gente compianta, e’ la vita, e’ il percorso che abbiamo ognuno di noi... C’e’ chi muore in moto,chi in macchina, chi d’infarto, chi di malattie... Esprimere quella frase li’ sembra quasi ‘O MUORI O VIVI’ sopra una moto. Se si vive, si muore anche”.