Rimini, 15 aprile 2014 - L'inchiesta sul fallimento della societa' aeroportuale Aeradria travolge Enac. Ieri la Guardia di finanza ha perquisito le abitazioni e gli uffici di tutti i componenti del Consiglio di amministrazione dell'Enac e del suo presidente, Vito Riggio, notificando avvisi di garanzia a quest'ultimo e ad altri tre membri del cda, nell'ambito dell'indagine condotta della procura della Repubblica di Rimini sul crac di Aeradria.

Riggio, in una nota "anche a nome del Consiglio", esprime in queste ore "sconcerto" e afferma "l'assoluta estraneita' alle contestazioni ricevute frutto di un evidente fraintendimento dei compiti del Consiglio di amministrazione e del presidente, organi dell'Enac, ente pubblico non economico e non societa' per azioni". Il presidente di Enac fa sapere di aver convocato una seduta straordinaria del Consiglio di amministrazione per giovedi' pomeriggio con all'ordine del giorno "una dettagliata relazione che verra' presentata dal direttore generale" Alessio Quaranta "in merito ai compiti e alle responsabilita' attribuite ai diversi organi dell'Enac in merito alla vigilanza sulle societa' di gestione aeroportuale". Enac segnala intanto di aver fornito "la propria collaborazione agli organi" inquirenti "facilitando le azioni di estrazione copie degli atti e di sequestro del materiale amministrativo avvenute presso la propria sede".

Intanto, "mentre la magistratura procede restano aperti tutti gli interrogativi sul futuro dei lavoratori", segnala oggi la Cgil a Rimini. Anche alla luce dell'inchiesta della Procura di Forli', che ieri ha spedito avvisi di fine indagine a 10 funzionari di vari aeroporti tra cui quelli di Forli' e Rimini per la truffa nei servizi di handling, la Filt segnala il caso degli addetti al carico e scarico dei bagagli, ottodipendenti piu' una trentina soci-lavoratori "per i quali, ancor prima che subentrasse il concordato, avevamo piu' volte sollecitato l'amministrazione di Aeradria a controllare che i vincoli che sussistono per le ditte appaltanti venissero rispettati". In relazione al pagamento dei contributi, all'orario e all'organizzazione del lavoro, in particolare, erano emerse irregolarita' gia' segnalate dai sindacati anche alle autorita' di controllo.

Ma il problema, continua la Filt-Cgil riminese in una nota, e' ora anche quello della gestione della cassa integrazione: "L'accordo siglato l'estate scorsa, infatti, e' scaduto il 31 marzo. Ciononostante, i dipendenti del servizio carico e scarico continuano a lavorare come se esistessero degli ammortizzatori a copertura del loro lavoro". Per il sindacato serve dunque "una proposta di legge che ridefinisca il settore degli appalti mettendo al riparo i lavoratori da forme di sfruttamento insopportabili". Con riferimento agli sviluppi dell'inchiesta di Forli', la categoria Cgil ricorda tra l'altro che le documentazioni che i committenti oggi richiedono, come il Durc (documento unico di regolarita' contributiva), "sono facilmente eludibili e quindi non forniscono una conoscenza certa del soggetto a cui viene affidato l'appalto".

(Fonte Dire)