Misano (Rimini), 21 aprile 2014 - Non c’era solo la rete di parenti che si è mobilitata per garantire la fuga di Paoulin Nikaj, ma anche altri albanesi pagati dallo stesso assassino che era disposto a barattare i suoi terreni in Albania con un biglietto per l’America. I carabinieri di Riccione stanno ancora ricostruendo i retroscena della latitanza dell’autore dell’omicidio al Conad di Misano. Dove Nimet Zyberi, venne massacrato da cinque colpi di pistola, esplosi da Nikaj. Una faida albanese che l’omicida aveva deciso di aprire con un delitto, epilogo di una lite che aveva avuto in un bar con il fratello della vittima.

Nikaj è ora rinchiuso in un carcere di Berna. Perchè è in Svizzera che il killer era riuscito a riparare, dopo che zii e cugini si erano attivati per riuscire a farlo scappare. Nove le persone indagate per favoreggiamento, primo fra tutti, lo zio di Nikaj, un albanese di 50 anni che vive a Misano e che aveva portato il nipote in riviera a 17 anni, quando era rimasto orfano. E’ stato lui, dicono, a muovere il resto della parentela che si è autotassata per comprargli un passaporto per l’America, costato 10mila euro. Dal giorno dell’omicidio, l’assassino non è mai stato lasciato solo. Arrivato a Foligno quello stesso giorno, era stato prelevato da un cugino paterno che era partito da Bergamo per condurlo a Bolgare, un paesino in provincia della città Lombarda, dove Nikaj si era sentito al sicuro per un po’.

Grazie ad altri cugini, di lì a qualche giorno si era spostato nel varesotto, mentre la ‘tribù’ si dava da fare per procurargli documenti falsi e soprattutto contattare gente che dalla Svizzera poteva farlo arrivare in America, dove vive la sorella. Ma la salvezza costava parecchio, e per questo Nikaj aveva deciso di barattare quel prezioso biglietto con i terreni che possiede in Albania. Stava per spiccare il volo, quando i carabinieri l’hanno individuato a Berna e hanno mandato i colleghi svizzeri a prenderlo. Tornerà a Rimini appena verrà concessa l’estradizione.