Rimini, 24 aprile 2014 - «HO UCCISO ANCHE Silvio Mannina. Non riuscivo più a vivere con questo peso sulla coscienza». Ha parlato per più di cinque ore Dritan Demiraj, il pasticciere albanese di 30 anni, già reo confesso per l’omicidio dell’ex compagna, Lidia Nusdorfi, uccisa a coltellate la sera del primo marzo alla stazione di Mozzate. Demiraj, assistito dal suo legale di fiducia, Massimiliano Orrù, ha vuotato il sacco davanti al pm di Como, Simone Pizzotti, titolare sino a ieri dell’inchiesta.
Il pasticciere albanese ha raccontato la «sua» verità, una verità che inguaia in maniera schiacciante la sua attuale fidanzata, la 35enne Monica Sanchi. Lei, che si era prestata per attirare, tramite Facebook, Silvio Mannina, 30enne bolognese, l’ultimo amante di Lidia, avrebbe assistito al suo omicidio e si sarebbe addirittura recata a casa dell’albanese a recuperare una pala, utilizzata poi per scavare una buca e seppellirlo nella zona della cava a Sant’Ermete. Così ha raccontato Dritan che non ha lesinato i particolari di quel 28 febbraio scorso. «Silvio è arrivato a Rimini per un appuntamento con Monica e proprio lei è andata in stazione a prenderlo—ha specificato l’albanese—. E’ salito sulla sua auto ed ad un certo punto, ho fatto segno a Monica di seguirmi. Siamo arrivati fino alla cava e lì abbiamo parcheggiato le auto». Dritan avrebbe così raccontato al Mannina che era stato attirato a Rimini solo perchè, tramite lui, voleva poter contattare nuovamente Lidia, la madre dei suoi figli. Silvio si sarebbe dichiarato disponibile ed, a riprova delle sue buone intenzioni, ha chiamato Lidia che ha subito risposto al telefono. Mannina si è così messo d’accordo con la Nusdorfi per un appunatmento per il giorno seguente a Malpensa. Poi qualcosa è scattato fra i due uomini: Dritan ha capito che Silvio, che abitava a Bologna, era il vero motivo per cui Lidia si rifiutava di andare a vedere i suoi figli. «Mi fermo a Bologna, non posso arrivare fino a Rimini», aveva detto più volte la Nusdorfi al pasticciere albanese. E Demiraj ha chiesto, quindi, al Mannina di poter avere il suo cellulare e visionare i messaggi che la sua ex compagna e l’uomo si erano scambiati. Ma quando il Mannina si è rifiutato, vantandosi delle sue prodezze sessuali, nel pasticciere albanese si è accesa la luce rossa della gelosia. «Non ci ho più visto e l’ho colpito con due pugni che lo hanno tramortito a terra», ha svelato il pasticciere al pm. Poi Dritan, mentre la Sanchi stava assistendo alla scena in un primo tempo in auto, è entrato in possesso del cellulare di Mannina. Ma quando ha letto i messaggi hard che i due si erano scambiati, ma soprattutto quando ha visto i diversi video con scene di sesso esplicito che ritraevano Lidia con il Mannina, il mondo di Demiraj è finito in mille pezzi. L’albanese è così andato in auto a prendere un cavo elettrico e con quello ha strangolato il rivale in amore sotto gli occhi, a suo dire, della Sanchi. Ammazzato il Mannina, Demiraj avrebbe mandato la sua fidanzata a casa a recuperare una pala ed insieme avrebbero nascosto il cadavere dell’ultimo amore di Lidia. Poi il giorno dopo, Monica e Demiraj sono partiti per Mozzate. L’unico segreto che il killer si è tenuto riguarda quel terzo uomo che li avrebbe accompagnati in Lombardia. «E’ un sedicenne albanese, ignaro di tutto e di cui non rivelerò mai il nome. Non sapeva nulla. Era venuto con me perchè aveva un appuntamento là», ha spiegato. E questa mattina Demiraj mostrerà agli investigatori il luogo esatto dove ha sepolto Silvio Mannina. Ma oggi potrebbero esserci novità anche sulla sorte giudiziaria di Monica Sanchi.

Grazia Buscaglia