Rimini, 10 maggio 2014 - Si sono presentati in 200 all’appello al Marano, in piazzale Allende (foto). Al grido di «serve una botta d’orgoglio per riprendere la nostra città», intonato da Patrizia Rinaldis presidente dell’Aia riminese, si sono scaldati gli animi. Per una sera non ci sono stati campanili tra Rimini e Riccione. Tutti in strada per sfilare sui marciapiedi che portano da piazzale Azzarita nella Perla fino a Rivazzurra. Le prostitute? Non pervenute, almeno per una sera. «Ma non ci fermeremo qui, ne faremo altre di passeggiate», dicevano ieri sera. II numero dei partecipanti ai cortei è andato aumentando lungo il percorso. Man mano che i gruppi procedevano altri si univano. Sul fronte riccionese a guidare la protesta i vertici dell’Aia. Verso Rimini la Rinaldis e Mirko Muratori del comitato Miramare da amare.

Per giorni, gli albergatori a Riccione e i membri del comitato hanno indossato scarpe comode e si sono dati al porta a porta.Hanno battuto le zone di spiaggia e i viali dall’Abissinia a Riccione, fino a Marebello a Rimini, per convincere bagnini, cittadini e commercianti a salire sulla passeggiata a mare, e sfilare contro la presenza delle lucciole. Così ieri sera le prostitute si sono prese qualche ora di permesso. Quasi un coprifuoco in zona Marano, all’altezza di piazzale Allende, davanti all’hotel Le Conchiglie, dove si è radunato il piccolo esercito. Qui le lucciole compaiono già al mattino nelle vie a ridosso del lungomare. In mezzo a colonie fatiscenti un barlume di luce, anzi di lucciole. Ieri sera davanti a centinaia di persone armate di cartelli, pronte a ‘liberare’ i marciapiedi della zona mare dove camminano i turisti, per le prostitute è suonato il coprifuoco. Le prostitute hanno abbandonato le postazioni lasciando i due cortei protagonisti per una sera del lungomare che corre tra Rimini e Riccione.

A Miramare e Rivazzurra le persone hanno sfilato come accaduto nelle settimane scorse, compromettento gli affari per ore. Stessa cosa hanno fatto i ‘colleghi’ a Riccione che si sono fermati nei piazzali Aldo Moro e Giovanni XXIII dove si radunano le lucciolee gli albergatori rosicano. Ma nessuno tra i contestatori ha imbracciato i forconi. Il testo dei cartelli grandi 50 centimetri per 70, fatti stampare in settimana dall’Associazione albergatori di Riccione, non erano ‘spinti’ e neppure offensivi perché «non vogliamo una battaglia contro le prostitute – premette Luca Cevoli, direttore dell’associazione albergatori di Riccione -. Non le consideriamo avversarie, ma vittime. Ed è per questo che ci farebbe piacere coinvolgere anche l’associazione Papa Giovanni XXIII ed aiutare quelle ragazze costrette a battere sul marciapiede».

Andrea Oliva