Rimini, 19 maggio 2014 - Centinaia e centinaia di prostitute cinesi distribuite su tutta la penisola venivano gestite tramite alcuni call center piazzati in gran parte delle città italiane, da Mantova a Milano fino a Bologna, Rimini e giù fino a Bari. La maggior parte delle 'lucciole' era clandestina, dopo essere state reclutate e addestrate in Cina venivano smistate nei vari appartamenti.

Dietro i call center c'erano le maitresse che prendevano le chiamate dei clienti e a seconda della provenienza attivavano la casa della città dove viveva il cliente. Gli appartamenti funzionavano 24 ore su 24. Alle ragazze era proibito uscire di casa e una volta alla settimana passavano a prendere gli incassi. Tolta la percentuale per i gestori dei call center, il resto del denaro veniva spedito in Cina quasi certamente a un'organizzazione mafiosa che gestiva l'intero sistema. Quattordici le persone arrestate tra cui anche due italiani. L'indagine, partita dalla squadra mobile di Rimini si è poi allargata alle questure di Milano, Brescia, Cremona, Reggio Emilia, Modena e Forlì.