Rimini, "ho solo 17 anni ma tutti i minimarket mi hanno venduto alcolici"

La nostra inviata di 17 anni è riuscita ad acquistare bottiglie di liquori in otto negozi

‘Virginia’ tra gli scaffali dei negozi dove ha acquistato gli alcolici senza che le chiedessero  i documenti

Rimini 16-06-2017 - Mini Market vendita alcolici minorenni. © Manuel Migliorini / Adriapress.

Rimini, 17 giugno 2017 - Un anno dopo dopo la musica non cambia. Il cocktail della vergogna è sempre lo stesso: vodka, gin, limoncello e spumanti come se piovesse venduti a una nostra ‘inviata’ minorenne nei minimarket sul lungomare, tra Marina centro e Miramare. ‘Virginia’ (la chiameremo così) ha battuto il sinistro record stabilito un anno fa dalla 16enne ‘Carlotta’.

Quest’ultima aveva ottenuto superalcolici in sei minimarket su sei, senza che nessun esercente le chiedesse - come impone la legge - un documento d’identità. Su sei, cinque erano gestiti da bengalesi o pachistani, uno da italiani. Ieri confermato l’en plein, con otto ‘centri’ su otto minimarket dove abbiamo inviato uin’altra ragazza (e osservato da qualche metro di distanza, con il nostro fotografo a immortalare il commercio illegale). Due esercizi erano gestiti da italiani, riminesi ‘doc’, gli altri da commercianti di origine estera, Sud-Est asiatico. Primo minimarket in viale Vespucci, a due passi da piazzale Kennedy. Virginia entra, i due addetti (bengalesi) ci ‘sgamano’ e fanno molte domande alla ragazza, che chiede una bottiglia di vodka: «Quelli là fuori sono con te? Quanti anni hai?» «Quasi diciotto», la riposta.

«Va bene, tieni, ma non dire che l’hai presa qui». Niente scontrino, 7 euro e pedalare. Stesso film nel secondo minimarket, poco più a Sud: niente scontrino, nessuna domanda a Virginia. Il conto è 11,90 (questa è di marca, ‘Keglevich’). Avanti col tour, siamo in zona piazza Tripoli. Un’altra vodka, il segnaprezzi indica 18,50. Virginia ottiene uno sconticino: 17 euro. «Vuoi lo scontrino?» «Faccia lei». Forse è un optional. Siamo in via Regina Elena, la nostra inviata minorenne compra una birra fresca, Heineken da 66 cl. Anche qui nessuna richiesta di età o documento. Nè scontrino: 2,20 e via andare. Un Martini Bianco è il ‘bottino’ che fa Virginia nell’esercizio successivo, in una zona ad alta densità di alberghi di lusso. Pure qua lo scontrino è a richiesta: «Lo vuoi?» «Sì». Per non farci mancare niente viriamo su uno spumante, Asti Docg: di listino 12,90; scontato 11 euro. E i gestori - bengalesi o indiani - le danno pure lo scontrino. Una seconda birra gelata da 66 cl (questa è una Becks) viene venduta senza domande nè scontrini a Virginia in un market tutto italiano. Siamo a quota sette bottiglie (su altrettante richieste): il record del 2016 è battuto. Proviamo a strafare. Ottavo esercizio: «Mi può dare un vodka?», chiede Virginia al negoziante. «E’ lassù sullo scaffale in alto, mi aiuti a prenderla?», la risposta. La nostra inviata non si fa pregare e ‘scala’ la vetta, conquistando una bottiglia di vodka di marca (a noi) sconosciuta: ‘Fjorowka vodka’, a 12 euro. Sul retro si legge che è rigorosamente ‘made in Italy’. Anche questa è Rimini.