Rimini, addio ad Aldina Morri, l’azdora della Marianna

Scomparsa a 97 anni la storica ristoratrice, domani i funerali

La ristoratrice Aldina Morri con il suo mattarello

La ristoratrice Aldina Morri con il suo mattarello

Rimini, 13 settembre 2017 - Il borgo San Giuliano ha perso una sua colonna e i borghigiani ieri avevano gli occhi lucidi per Aldina Morri, la storica azdora della trattoria Marianna, sul Ponte di Tiberio. ‘La Aldina’, come la chiamavano tutti, avrebbe compiuto giovedì 98 anni, ma ieri il suo cuore ha smesso all’improvviso di battere, proprio durante la solita uscita mattutina in via Ortaggi. A soccorrerla sono stati i familiari e gli amici di una vita, increduli sulle porte dei negozi. I funerali si terranno domani, nel giorno del suo compleanno, alle 10, nella chiesa di San Giuliano.

La storia di Aldina Morri è intrecciata a doppio filo con quella della città, tra guerre, bombardamenti, ricostruzione e la voglia di tornare a sorridere al futuro e all’amore. Al fianco della madre, la mitica Marianna Domeniconi, che dà il nome al locale dal 1908, trasformando l’osteria in un piccolo ristorante, Aldina lavora in cucina insieme alla sorella Cornelia e prepara i piatti della tradizione: piada, tagliatelle e il loro famoso coniglio alla cacciatora. Questa giovane e bella riminese impasta, tira le sfoglie e per i bambini del quartiere prepara ogni giorno torte e biscotti, una merenda offerta a tutti, «così anche chi aveva pochi soldi in tasca qualcosa in pancia lo metteva di sicuro», come amava ricordare. A metà degli anni Sessanta, dalla cucina del locale, Aldina Morri decide di trasferirsi in quella di casa: si sposa e mette su famiglia con Pino, un falegname che le ruba il cuore.

La Marianna viene così ceduta ad altri gestori (oggi ai fornelli c’è Enrica Mancini), il figlio Roberto Balducci al grembiule preferisce infatti il camice da medico, e la nipote Marianna è oggi un’illustratrice. Ma tra le case colorate del borgo l’azdora Aldina ha continuato ad essere la regina dei fornelli e un punto di riferimento per tutto il quartiere. I suoi ricordi e gli aneddoti parlano di pescatori, viandanti, marinai e di clienti illustri, come Federico Fellini. Sono i racconti di una città che ha amato fino all’ultimo giorno, un quartiere che si è trasformato, ma che ancora ricorda la musica che Aldina suonava al violino per i clienti e per la sua famiglia.