Banca Marche, la rabbia dei risparmiatori traditi

Al teatro di Novafeltria l’adunata di 200 azionisti: "Abbiamo perso oltre 200mila euro"

Banca Marche, l'assemblea degli azionisti (foto Bove)

Banca Marche, l'assemblea degli azionisti (foto Bove)

Rimini, 22 dicembre 2015 - In teatro va in scena la rabbia dei risparmiatori 'traditi'. Dai tempi dei bond Argentina e dei crac di Cirio e Parmalat non se ne vedevano tanti tutti insieme.

Sono i riminesi che hanno perso i loro risparmi con Banca Marche. Azionisti e obbligazionisti che da un giorno all’altro si sono ritrovati con carta straccia al posto dei titoli. Ieri molti di loro si sono dati appuntamento al teatro Sociale di Novafeltria per l’assemblea indetta da Federconsumatori, la prima per provare a fare il punto a Rimini sul caso di Banca Marche. Poco meno di 200 i partecipanti, quasi tutta della Valmarecchia e dintorni, arrivati in teatro per ascoltare ma soprattutto per raccontare le loro disavventure con l’istituto di credito.

«Non ci aspettavamo così tante persone. Considerando il fatto che oggi (ieri per chi legge, ndr) si sono presentate soprattutto persone della Valmarecchia, ci immaginiamo – osserva Luca Zamagni, uno dei legali di Federconsumatori – che gli azionisti e gli obbligazionisti di Banca Marche nella nostra provincia possano essere davvero una marea».

Più di un migliaio, secondo le prime stime fatte dall’associazione degli azionisti privati di Banca Marche, che ha sede a Jesi e sta portando avanti le proprie azioni per tutelare i risparmiatori. E lo stesso faranno Zamagni e gli altri legali della Federconsumatori, intenzionati a dare battaglia.

«Ma prima andrà valutato caso per caso. E’ ancora prematuro parlare di azioni legali collettive». Toccherà agli azionisti di Banca Marche, che hanno visto azzerarsi in un colpo solo il valore delle loro azioni dopo la ‘cura’ decisa per i 4 istituti di credito in default (oltre alla banca marchigiana ci sono Etruria, Carife e CariChieti) e il decreto salva-banche, decidere che strada intraprendere. «Consigliamo a tutti di richiedere, per prima cosa la documentazione alla banca – aggiunge Zamagni – In questo si potrà verificare se ci sono state omissioni e mancanze nella stipula dei contratti di vendita dei titoli».

Faceva impressione ieri vedere il ‘popolo’ di Banca Marche riunito in teatro (175, alla fine, i partecipanti contati da Federconsumatori). In sala prevalevano i pensionati, tantissimi.

Gente come Giovanni, ultrasessantenne, che racconta: «Quando mi hanno proposto di acquistare le azioni di Banca Marche mi sono fidato. Ho pensato: la banca non potrà fallire...». E così Giovanni aveva consegnato all’istituto buona parte dei suoi risparmi, «oltre 30mila euro che ora sono andati in fumo». Molti hanno investito cifre simili: la media, sentendo gli intervenuti di ieri all’assemblea, è di 20-30mila euro. Quasi tutti versati per acquistare azioni, anche se non mancavano al teatro anche alcuni obbligazionisti.

Eclatante il caso di un altro pensionato di Novafeltria (ieri in sala era presente un suo familiare): si era fidato a tal punto di Banca Marche da decidere di investire «oltre 200mila euro». «Noi crediamo di poter trovare la strada anche per tutelare gli azionisti, che al momento vengono considerati quelli nella situazione più difficile – conclude Zamagni – Bisognerà vedere caso per caso, ma faremo il possibile». Intanto, dopo l’assemblea di ieri a Novafeltria, la Federconsumatori chiamerà a raccolta i risparmiatori con un nuovo incontro che si terrà a Rimini a gennaio.