Attentato a Barcellona, "ho visto l’inferno sulla Rambla dal balcone di casa mia"

La riminese Chiara Pavan racconta l’attentato

Attentato a Barcellona, "ho visto l’inferno sulla Rambla dal balcone di casa mia"

Attentato a Barcellona, "ho visto l’inferno sulla Rambla dal balcone di casa mia"

Barcellona, 18 agosto 2017 - C’è anche una riminese nell’inferno di Barcellona, dove un furgone lanciato sulla folla ha provocato tredici morti e decine di feriti nella Rambla, il viale che è il cuore della città. Si chiama Chiara Pavan, ha 32 anni ed è una ex studentessa di Moda al Campus universitario di Rimini. Da nove anni risiede a Barcellona, dove ha sempre lavorato nel settore della moda. La sua casa è affacciata sulla Rambla, a pochi minuti dal luogo dell’attentato.

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«Sono a casa – racconta – dal balcone vedo una folla di turisti ammassati alla fine della Rambla, visibile da casa mia. Ambulanze e furgoni della polizia catalana sfrecciano verso il luogo dell’attentato, le sirene non smettono di suonare».

«Sono passati solo dieci minuti dall’attentato – prosegue – e le notizie sul web sono ancora frammentarie. Si parla di attentato, di decine di feriti. Io ancora stento a crederci. Faccio un giro di telefonate ad amici e soprattutto alla mia famiglia in Italia, prima che possa leggere qualsiasi notizia e preoccuparsi.‘Tranquilli, sono al sicuro a casa’ Anche gli amici stanno bene’». Chiara guarda ancora in basso dal balcone: «Tutti camminano e sono al telefono per avvisare amici e famiglie, ma nessuno scappa via terrorizzato».

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Resta lo choc per quello che è appena successo: «Risiedo a Barcellona ormai da nove anni, questa città per me è diventata subito una casa. L’ho sempre percepita come sicura. L’ho scelta per la qualità di vita che offre e per le tante opportunità di lavorare nel settore della moda. Attraverso le Ramblas tutti i giorni, varie volte al giorno: per raggiungere il quartiere del Raval, per andare a fare la spesa al mercato della Boquería, per trovarmi con gli amici in Plaza Catalunya. Sono tutte zone che negli ultimi anni hanno visto crescere il numero di turisti, nelle strade ci sono ormai come dei fiumi umani».

«Dopo tanti attentati in Europa – continua Chiara – vedere la polizia agli angoli delle strade fa parte della quotidianità. Eppure il presentimento che prima o poi potesse succedere qualcosa di grave anche qui c’è sempre stato. Troppa gente, troppo facile fare del male. Ora è successo. E, come sempre, ti chiedi invano perché e capisci che da oggi non ti sentirai più sicura nemmeno a casa. Avere paura è una grande sconfitta».