Rimini, 26 marzo 2017 - Nessuna ipotesi può essere esclusa per la morte di una donna di origine orientale - tra i 35 e 40 anni - il cui cadavere è stato rinvenuto nella mattinata di ieri, rannicchiato in un trolley blu e ripescato nelle acque del porto di Rimini.
E ieri mattina c'era un gran via vai di gente nella strada che conduce al porto. Ma quando la folla è arrivato all’altezza del distributore, transennato dal nastro isolante bianco e rosso e un nugolo di poliziotti che si aggiravano con mascherine sul volto, carabinieri in divisa, fotografi, la curiosità si è scatenata. «Che cosa è successo?», è la prima domanda che rivolgevano. «C’è una bomba? E’ pericoloso?». Poi, rassicurati che non esisteva alcuna minaccia terroristica, come d’istinto, la mano correva al telefonino e tutti a riprendere la scena del crimine, proprio come accade nei telefilm americani stile «Csi Los Angeles». I più audaci sono riusciti ad avere l’informazione chiave: «C’è un corpo in una valigia». Allora scattavano i selfie con il trolley blu scuro in lontananza. Una foto per dire agli amici: «Io c’ero». Pochi metri più in là una donna senza nome e senza vita.