Rimini, corteo antifascista. Strade blindate e attimi di tensione con Forza Nuova

Il leader nazionale è arrivato in piazza Ferrari intorno alle 19. Gli agenti antisommossa hanno evitato il peggio

Gli agenti in tenuta antisommossa hanno evitato che gli antifascisti venissero  in contatto con Forza Nuova

Gli agenti in tenuta antisommossa hanno evitato che gli antifascisti venissero in contatto con Forza Nuova

Rimini, 22 febbraio 2018 - Da una parte i militanti di Forza Nuova, dall’altra gli attivisti di Casa Madiba, alcuni esponenti e candidati della sinistra e vari profughi, decisi a marciare fino a piazza Ferrari per raggiungere i forzanovisti. Si è temuto il peggio questa sera in centro storico, quando (poco dopo le 18) il corteo antifascista organizzato in risposta a Forza Nuova ha lasciato piazza Tre Martiri e ha sfilato lungo via Tempio Malatestiano. L’obiettivo era arrivare in piazza Ferrari dove era atteso il leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore. Per un’ora abbondante via Tempio Malatestiano è stata letteralmente blindata, con una ventina di poliziotti in tenuta antisommossa schierati sulla strada, e decine di altri agenti e carabinieri (anche in borghese) che hanno cercato di evitare il peggio.

La manifestazione, non autorizzata dalla Questura, è partita intorno alle 17,30 in piazza Tre Martiri. Al grido 'Rimini è antifascista' e urlando cori e insulti contro Forza Nuova, in pochi minuti i manifestanti sono arrivati in via Tempio Malatestiano. Le forze dell’ordine hanno subito chiuso la strada e quelle vicine. Una camionetta è stata posizionata a metà strada fra il corteo e piazza Ferrari, per fare da scudo. Alcuni militanti di Forza Nuova, sentiti i cori, hanno preso le aste delle bandiere ma sono stati subito bloccati dai poliziotti. Ma il corteo non ha arretrato di un solo metro, restando in via Tempio Malatestiano fino alle 19,30. Verso le 19 al Caffè Commercio di piazza Ferrari è arrivato Roberto Fiore, che ha presentato il programma e i candidati. Con lui una ventina di militanti, fra cui il candidato alla Camera e leader di FN Ottaviani, condannato martedì a sei mesi per gli scontri a Macerata dell’8 febbraio.