Rimini, diffama l’azienda e i colleghi. Condannato a scusarsi su Facebook

Il giudice ha applicato il nuovo articolo del codice penale

Sono milioni gli utenti di Facebook in Italia

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Rimini, 8 dicembre 2017 - Chi di social ferisce, stavolta, di social perisce. Così ha sentenziato il giudice che ieri ha ‘condannato’ un operaio riminese accusato di diffamazione a scusarsi su Facebook con l’azienda e i colleghi che aveva ricoperto di brutture sul web. Applicando così un nuovo articolo del codice penale, varato solo nell’agosto scorso: il reato di diffamazione potrebbe essere dichiarato estinto se l’imputato risarcirà il danno ed eliminerà gli effetti dannosi che ha provocato.

Protagonista, appunto, il dipendente di una grossa azienda della provincia, che conta oltre 50 operai. Uno di questi però, evidentemente poco soddisfatto del lavoro, come da copione aveva utilizzato Facebook per sfogare le sue ire contro la ditta e alcuni dei suoi colleghi. Una serie di insulti e di dileggi che, come milioni persone che imperversano sui social, era convinto rimanessero confinati fra quattro amici al bar. Un errore in cui incorrono in parecchi, ma negli ultimi tempi le denunce hanno cominciato a fioccare. Ed è quello che hanno fatto i dirigenti dell’azienda e i colleghi dell’operaio, rappresentati dagli avvocati Piero Venturi e Luca Signorini, che l’hanno trascinato in tribunale, con l’accusa di diffamazione aggravata.

Ieri mattina, l’ordnanza del giudice, Manuel Bianchi. Il quale ha applicato il nuovo articolo del codice che prevede di risarcire il danno ma eliminare anche gli ‘effetti’. L’operaio aveva offerto mille euro di risarcimento che il magistrato ha prontamente raddoppiato, disponendo inoltre che l’imputato, se vuole farsi ‘perdonare’, non si limiti a una lettera di scuse tra pochi intimi, ma le pubblichi su Facebook, così da raggiunga lo stesso pubblico che l’aveva visto diffamare azienda e colleghi. Una ‘lezione’ che non dimenticherà tanto facilmente.