Da Fellini alle bombe riminesi, i dossier segreti della Cia

Nei documenti anche la misteriosa fuga di un gerarca nazista

Un ex bunker della Nato (foto Migliorini)

Un ex bunker della Nato (foto Migliorini)

Rimini, 29 gennaio 2017 - Federico Fellini monitorato dai servizi segreti americani. E’ uno dei capitoli più sorprendenti emersi nei 12 milioni di documenti che la Cia ha recentemente desecretato e reso disponibili sul suo sito internet. Basta un semplice click per avere accesso a decine di rapporti di intelligence redatti a cavallo tra il 1945 e il crollo del Muro di Berlino. Alcuni riguardano Rimini e, come nel caso di Fellini, il suo cittadino più illustre. Storie che ci riportano al periodo della Guerra Fredda.

Navigando sul portale si scoprono numerose menzioni ad uno dei riminesi più famosi di sempre: Federico Fellini. Il nome del regista compare in una relazione datata agosto 1975 sulla situazione politica-economica dell’America Latina. La Cia segnala la presenza del regista a un convegno su esoterismo e spiritualismo, in programma a Bogotà, la capitale della Colombia. È noto che il tema del paranormale esercitasse un grande fascino sull’autore di Amarcord. Al congresso parteciperanno anche il Premio Nobel Gabriel García Márquez, il mentalista Uri Geller e l’antropologo Carlos Castaneda. La Cia fa notare che «l’occultismo ha radici profonde nella cultura latino americana, ed investe anche alcuni aspetti della vita politica».

Un altro documento, in questo caso risalente al maggio del 1984, parla invece dell’indagine sulla misteriosa fuga di un gerarca nazista, Walter Rauff. Arrestato dal controspionaggio americano nel 1945, l’ufficiale sarebbe stato rinchiuso nel Centro di detenzione delle Forze Alleate di Rimini, dal quale sarebbe inspiegabilmente scappato nel dicembre dell’anno successivo. Dopo aver raggiunto Roma, ed essere rimasto in clandestinità per un intero anno, Rauff sarebbe quindi riuscito a raggiungere il Cile. Della vicenda si occupò anche un articolo del Washington Post, allegato al rapporto della Cia.

Digitando ‘Rimini’ nel motore di ricerca, ci si imbatte in una nota confidenziale del 9 febbraio 1949. In essa si fa riferimento all’acquisto di decine di ‘Mas’, motoscafi armati siluranti, e di ‘Mtm’, i cosìddetti barchini esplosivi, da parte di alcuni riminesi titolari di aziende nautiche. I mezzi d’assalto, utilizzati dalla Marina Italiana durante la Seconda guerra mondiale, al termine del conflitto sarebbero stati presi in carico dall’Arar (Azienda rilievo alienazione residuati), finendo solo in un secondo momento a Rimini, e più precisamente nella zona del porto. Difficile che dire che fine abbiano fatto.

Non mancano i riferimenti alla base aeronautica di Miramare. «A Rimini – si legge nel rapporto, che riprende un articolo dell’Espresso – sono presenti alcuni aerei in costante stato di allerta, con a bordo bombe nucleari pronte a essere sganciate». Nella base sono inoltre presenti «gli aeroplani F104 dell’Aeronautica militare, i famosi Starfighters, capaci di trasportare bombe nucleari per un peso di 1.500 chili».