Frode con protesi per sordi, indagati medici e dirigenti Ausl

Per la Finanza avrebbero pagato apparecchi che non servivano

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UN MILIONE e mezzo di euro di protesi acustiche pagate dall’Ausl nel mirino della Guardia di finanza. Apparecchi che sarebbero stati consegnati dalle ditte produttrici a pazienti che non ne avevano bisogno, avendone già uno pefettamente funzionante. L’inchiesta del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha visto in questi giorni l’avviso di conclusioni indagini, con la bellezza di 25 indagati: sei dirigenti Ausl, tra cui anche l’ex primario di Otorino dell’ospedale Infermi, Vincenzo Calabrese, un altro medico e cinque amministrativi, oltre a una serie di legali rappresentanti di note aziende, i primi difesi da Filippo Airaudo e Luca Greco, e gli altri da Annalisa Calvano. L’accusa è di frode nelle pubbliche forniture, ma all’ex primario, le Fiamme Gialle contestano anche il reato di falso, avendo, secondo gli investigatori, certificato la sua presenza in servizio e in sala operatoria, quando in realtà era da tutt’altra parte. Un danno erariale, questo, quantificato in 200mila euro.

L’INDAGINE parte nel 2012, e nasce come un controllo di routine della spesa pubblica che ‘mira’ le casse dell’Ausl. L’inchiesta si incrocia quasi subito con un esposto presentato in Procura dalla stessa Azienda sanitaria, nei confronti di quello che all’epoca era il primario di Otorino. Pietra dello scandalo, il suo comportamento con un paziente, ma soprattutto i sospetti che il medico faccia risultare di trovarsi in sala operatoria anche quando non c’è. I finanzieri però strada facendo scoprono che le magagne più grosse sembrano essere invece quelle relative alle protesi acustiche pagate dall’Ausl negli ultimi tre anni e mezzo, per un totale di un milione e 500mila euro. Andando a vedere più da vicino, gli investigatori scoprono infatti che i rappresentanti delle ditte produttrici, non solo girano nei corridoi del reparto ma contattano direttamente il ‘paziente’ che possiede già una protesi, sostenendo che ha diritto a un nuovo apparecchio. E’ tutto gratis, precisano, lo passa l’Ausl. Apparecchi che vengono liquidati dagli amministratori, nonostante manchi la documentazione che comprovi la reale necessità del paziente di averne uno nuovo. Documentazione che dovrebbe presentare il medico del reparto, indispensabile per liquidare la fattura. Nonostante ne mancasse un pezzo fondamentale, le pratiche erano state però liquidate, le ditte avevano preso i loro soldi e i pazienti si erano ritrovati con un apparecchio nuovo di zecca che non serviva.