Rimini, sfregiata con l'acido. Un esercito di testimoni per inchiodare Edson

Oltre 40 al processo contro l’ex fidanzato di Gessica Notaro. Gli avvocati del capoverdiano: "Rischia il suicidio"

Gessica Notaro in tribunale (Migliorini)

Gessica Notaro in tribunale (Migliorini)

Rimini, 6 aprile 2017 - Sfileranno in aula alcuni familiari e amici più intimi. Ma anche colleghi che lavoravano insieme a loro al Delfinario, e poliziotti. Saranno almeno una quarantina i testimoni che il pm Marino Cerioni chiamerà a parlare al processo contro Edson Tavares. Il 27 aprile ci sarà la prima udienza per il procedimento per stalking contro l’ex fidanzato di Gessica Notaro, in carcere con l’accusa di averla sfregiata con l’acido il 10 gennaio scorso. Le indagini sull’aggressione ancora non si sono concluse (ma non dovrebbe mancare molto), ma nel frattempo il giovane di Capoverde dovrà difendersi dalle accuse di stalking e minacce nei confronti di Gessica e di un’altra persona a lei vicina.

Nei processi di questo tipo, normalmente, i testimoni si contano sulle dita di una mano. Non per il caso di Tavares. La volontà dell’accusa è quella di dimostrate, attraverso così tante testimonianze, comprese quelle dei poliziotti intervenuti quando Gessica aveva denunciato Eddy, la pericolosità del capoverdiano e il fatto che, se fossero stati presi provvedimenti più severi nei suoi confronti, forse oggi la ragazza non avrebbe il volto sfigurato.

L’ex fidanzato della Notaro si è sempre dichiarato innocente, fin da quando è stato arrestato la mattina dell’11 gennaio. Ma contro di lui pesano parecchi indizi: il racconto di Gessica, che ha subito detto di averlo riconosciuto quella sera mentre gli tirava l’acido, la mancanza di un alibi per Tavares e anche le immagini filmate dalle telecamere in strada. Il processo per stalking così rischia di diventare per il capoverdiano un’anteprima del procedimento per l’agguato con l’acido in via Bidente.

E’ quello che temono anche i suoi legali, Andrea Tura e Riccardo Luzi, convinti che i due processi vadano unificati. Tura ha incontrato Tavares la settimana scorsa in carcere a Forlì, dove il capoverdiano è stato trasferito pochi giorni dopo l’arresto. «E’ sotto choc, e ci sono momenti in cui non sembra rendersi conto della situazione. Noi continuiamo a sostenere che non sia in grado di affrontare il processo – dice Tura – e torneremo a chiedere una perizia psichiatrica».

Una richiesta che ha indignato i legali di Gessica Notaro, Fiorenzo e Alberto Alessi, e che è stata respinta lo scorso 17 marzo dal giudice per l’udienza preliminare Sonia Pasini. Ma gli avvocati di Tavares sostengono ancora che Eddy sia a rischio suicidio, e stanno cercando un psichiatra che possa visitarlo e attestare le sue condizioni psicofisiche. Il 27 aprile intanto partirà il processo, e non sarà breve, visto il numero di testimoni chiamati in aula dal pm.