Misano, la perizia: "La morte di Hayden dovuta alla velocità dell'auto che l'ha investito"

All'automobilista contestato l'omicidio stradale. La Procura: concorso di condotte colpose, il pilota si era immesso in bici in un incrocio "omettendo di fermarsi e dare la precedenza"

I fan di Nicky Hayden  in lutto per la morte dello sportivo (foto Ravaglia)

I fan di Nicky Hayden in lutto per la morte dello sportivo (foto Ravaglia)

Misano Adriatico (Rimini), 21 settembre 2017 - Sviluppi sulla dinamica del tragico incidente in cui è deceduto a 36 anni il centauro Nicky Hayden. Se l’auto avesse rispettato i limiti di 50 chilometri orari «sia reagendo e frenando, sia continuando a velocità costante, l’incidente sarebbe stato interamente evitato» e il giovane non avrebbe perso la vita. È la conclusione a cui è giunto il consulente Orlando Omicini, incaricato dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, di analizzare l’ipotesi di evitabilità del sinistro che lo scorso 22 maggio a Misano Adriatico è costato la vita al pilota statunitense di Superbike.

Lo sportivo è spirato all’Ospedale Bufalini di Cesena, dopo lo schianto con una Peugeot 206 mentre si allenava in bici. La Procura della Repubblica di Rimini ha notificato il 415 bis, la conclusione indagine agli avvocati difensori. Per la Procura vi è stata un concorso di condotte colpose indipendenti che hanno causato l’evento. Una corresponsabilità data pure dal fatto che Hayden si è immesso in bici in un incrocio ad una velocità di 20,6 chilometri orari ‘omettendo di fermarsi e dare la precedenza’.

All’automobilista, un 30enne di Misano, viene contestato l’omicidio stradale «perché, in concorso di cause indipendenti con la condotta colposa del ciclista ne cagionava la morte per colpa consistita in negligenza ed imprudenza - non avendo mantenuto una condotta di guida adeguata in relazione alle condizioni di luogo - e comunque per colpa consistita in inosservanza delle norme sulla disciplina della circolazione stradale». Per la Procura, appunto, vi è stata un concorso di condotte colpose indipendenti che hanno causato l’evento.

Una corresponsabilità data dal fatto che da una parte Hayden si è immesso in bicicletta in un incrocio ad una velocità di 20,6 chilometri orari «omettendo di fermarsi e dare la precedenza nonostante la segnaletica di stop orizzontale e verticale ampiamente visibile» e dall’altra l’automobilista non ha rispettato il limite dei 50, previsto in un centro abitatori procedendo ad una velocità di 72,8km/h.

La bici di Hayden è stata così colpita dalla parte frontale destra dell’autovettura, venendo sbalzato dal proprio mezzo ad un’altezza di circa 5 metri dal suolo, riportando lesioni gravissime tanto da determinarne la morte 4 giorni dopo all’ospedale di Cesena.

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