Rimini, hotel a caccia di ‘Marcello’, il più ricercato dei 'portoghesi'

Cresce il numero degli ospiti che scappa dalla stanza senza pagare

La reception di un hotel (Foto di repertorio Olycom)

La reception di un hotel (Foto di repertorio Olycom)

Rimini, 15 giugno 2017 - La primula rossa dell’estate 2017 si chiama Marcello. Mentre la stagione balneare fatica a decollare - «siamo sotto al 15% di riempimento degli hotel», dicono dall’Associazione albergatori - va a gonfie vele l’estate dei portoghesi. I furbetti della vacanza non temono la crisi. Il più celebre, in questi giorni, è appunto ‘Marcello’, come segnala testualmente una newsletter interna dell’Aia ad uso dei soci. Soggiorna in genere per tre notti, a volte con il figlio di sette anni». Segni particolari: non paga.

«Da quanto si vede in questo inizio di stagione il fenomeno sembra in aumento rispetto agli anni scorsi, complice la crisi – aggiungono dall’Associazione albergatori – anche se purtroppo molti operatori turistici non denunciano neanche più questi casi, perché l’iter giudiziario è troppo lungo e costoso rispetto all’entità del danno subito». Fenomeno vecchio come la Riviera, quello dei portoghesi, ma che in questo avvio di stagione si presenta con alcune caratteristiche diverse rispetto al passato. «I nuovi portoghesi – spiegano gli albergatori – soggiornano pochi giorni, in modo di ridurre il danno che creano agli hotel e ridurre il rischio di cause giudiziarie. Spesso si presentano con moglie e figli, così da non dare nell’occhio. E non spendono e spandono soldi che non hanno, svuotando il bar e dicendo ‘segni pure sul conto’. Tengono piuttosto un low profile, un profilo basso».

Con i portoghesi ‘storici’ hanno ovviamente un tratto in comune: se la svignano alla chetichella, spesso durante la notte. «Il problema – ragiona la presidente dell’Aia, Patrizia Rinaldis – è che fino a quando questa pratica sarà punita con una semplice sanzione amministrativa, non ne usciremo. Noi chiediamo che andarsene senza pagare venga considerato a tutti gli effetti un reato penale, con le conseguenze del caso. A nostro modo di vedere si tratta di un vero e proprio furto di servizi». «Oggi nessuno ha paura di una sanzione amministrativa – continua –. Tra l’altro l’iter ha tempi biblici, e spesso non vale la pena denunciare il fatto». Tra l’altro, l’albergatore che incappa in un portoghese deve pagare ugualmente l’imposta di soggiorno al Comune, e versare le tasse relative all’Agenzia delle entrate, anche se quei soldi non li ha mai incassati. In caso contrario rischierebbe a sua volta una denuncia per omessa dichiarazione.