Rimini, rapina con insulti razzisti, "mi prendevano a calci, nessuno ha mosso un dito"

Parla la senegalese incinta aggredita sul bus: "Ho paura per i miei figli"

Rimini, rapina con insulti razzisti, "mi prendevano a calci, nessuno ha mosso un dito"

Rimini, rapina con insulti razzisti, "mi prendevano a calci, nessuno ha mosso un dito"

Rimini, 19 agosto 2017 - La pancia le fa ancora male. «Ma il mio bambino, dicono i medici, sta bene». Barry ha pensato solo a proteggere la creatura che porta in grembo, durante l’aggressione subita mercoledì mentre si trovava sul bus della linea 11. Stava andando all’hotel dove lavora come cameriera, quando Gabriele Miele e Alessia Mucci hanno infierito su di lei prima a parole, poi prendendola a pugni e calci. Incinta di sei mesi, la donna senegalese di 39 anni, vive a Rimini da 13 anni con la famiglia. Per lei si tratta del quarto figlio. «Agli altri tre non ho voluto dire ancora nulla. Mi sono inventata una scusa per giustificare il mio stato di salute e il fatto di essere rimasta a casa anziché andare al lavoro. Non voglio che soffrano. Anche i miei figli sono spesso vittime di insulti razzisti, se sapessero cosa è accaduto a me sarebbero ancora più spaventati».

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Era già capitato anche a lei di essere bersaglio di insulti a sfondo razzista? «Purtroppo sì, lo devo ammettere. Ma nessuno si era mai spinto fino a questo punto. Non capisco come si possa arrivare a tanta violenza».

Se la sente di raccontarci come è andata? «Sono ancora molto provata, ed è successo tutto molto in fretta. Appena mi sono accorta che mi avevano rubato il cellulare mi sono rivoltata, e ho chiesto di ridarmelo. Hanno iniziato a inveire nei miei confronti, dicendo che avevo urtato il passeggino con il loro figlio piccolo. Mi hanno strappato il bracciale, gli orecchini, mi hanno colpito in volto e alla pancia e poi mi hanno spinto fuori dal bus alla fermata, continuando ancora a picchiarmi con calci e pugni».

Nessuno sull’autobus l’ha aiutata, quando ha visto quanto stava accadendo? «No, nessuno. E’ stato incredibile. Io aiuto sempre le persone che mi chiedono una mano, ad alcune ho anche trovato lavoro. Ma mercoledì nessuno ha mosso un dito per me. Solo l’autista del bus ha capito che stava succedendo qualcosa e alla fine mi ha aiutato».

I due giovani rapinatori le hanno urlato negra di m... e persino ti facciamo abortire. Fanno più male le offese a sfondo razziale o i colpi ricevuti? «Lì per lì ho soltanto pensato al mio bambino. Ma quelle frasi fanno male. Ho molto paura, per me e per i miei figli. Com’è possibile crescerli in questo clima di odio? Per questo non ho voluto dire loro ancora nulla».

Pensa di lasciare Rimini, dopo quello che è successo? «Non posso andare via. La mia vita, il mio lavoro sono qui. Non saprei in quale altro posto andare, al momento. Prima di ogni decisione voglio parlare con mio marito, e poi valuteremo».

La coppia, prima di essere fermata dalla polizia, è riuscita a portarle via parecchi soldi (Barry aveva con sè nella borsa anche i 1.200 euro che doveva versare per l’affitto di casa), e alcuni monili in oro. Ha recuperato qualcosa? «Non ancora, purtroppo. Quei soldi erano importanti, e ora non potrò neanche andare a lavorare. Dovrò restare a riposo alcuni giorni, prendere le medicine e stare a riposo. Il mio bambino viene prima di tutto».