Rimini, licenziato dall’hotel perché gay, il giudice lo fa riassumere

Il togato dà ragione al dipendente e revoca il provvedimento

Hotel (immagine d'archivio)

Hotel (immagine d'archivio)

Rimini, 20 giugno 2017 - Lavora nello stesso hotel di Rimini da 25 anni. Ma quando è arrivato il nuovo direttore, per lui sono cominciati i guai. Il responsabile dell’hotel non gradiva affato che alla reception lavorasse un uomo omosessuale, e così con un pretesto, in autunno, l’aveva licenziato per giusta causa. Un licenziamento che l’uomo ha impugnato in tribunale, e il 23 maggio è arrivato il verdetto del giudice Lucio Ardigò, che ha dichiarato illegittimo il provvedimento. «E lo ha fatto – spiega ora Carmelina Fierro, consigliere di parità per la Provincia di Rimini – perché, come avevo fatto rilevare io stessa al giudice, il direttore aveva licenziato in realtà il dipendente soltanto perché era omosessuale. Non c’erano altri motivi, non esisteva la giusta causa».

Il caso è emerso soltanto dopo qualche settimana, proprio per volontà della Fierro, consigliere effettivo per la parità dal 2015, dopo aver ricoperto l’incarico per alcuni anni come supplente. «E’ importante parlarne – spiega la Fierro – perché si sappia che casi come questo sono in aumento, nella nostra provincia. E chi si trova di fronte a un possibile caso di discriminazione fa bene a rivolgersi al nostro ufficio, che svolge il servizio in maniera gratuita». Nel caso specifico, «l’uomo, dipendente in un hotel da 25 anni, era stato messo alla porta senza motivo, se non quello di essere omosessuale. Il direttore dell’albergo, come giustificazione, aveva addotto la presunta violazione del regolamento interno, ma la sua decisione non stava in piedi. Ma è bastato parlare prima con il lavoratore e poi con il direttore stesso per far emergere la verità». Il giudice Ardigò, anche sulla base della relazione della Fierro, ha dichiarato cos illegittimo il licenziamento e disposto il reintegro del lavoratore considerando il caso «a rischio di discriminazione di genere». Dopo quello che è accaduto, non è affatto da escludere che il lavoratore chieda i danni per il licenziamento ingiusto.

PER MARCO Tonti, il presidente di Arcigay, si tratta di un fatto gravissimo, che danneggia anche l’immagine della Riviera. «Come possiamo pretendere poi di attirare un turismo di qualità quando – rileva Tonti – sul nostro territorio sono ancora presenti pregiudizi e luoghi comuni del genere? E’ un bellissimo segnale il fatto che ci sia stato qualcuno che abbia trovato la forza di non subire questa situazione e si sia ribellato, trovando sostegno nelle strutture istituzionali. Purtroppo tanti altri casi analoghi invece non vengono denunciati e vengono subiti in silenzio dai protagonisti».