Rimini, madre rapita: "I miei figli non volevano farlo, sogno di sposare il mio compagno"

Parla l’imprenditrice al centro della diatriba familiare

Carabinieri

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Rimini, 15 novembre 2017 - Signora, come sta?

«La situazione non è bella, per niente. Ci sono andati di mezzo i miei due figli. Mi dispiace, loro non c’entravano niente», spiega la 45enne imprenditrice del Varesotto vittima di sequestro di persona, nell’albergo di Rimini dove era ospite col compagno africano.

Hanno a carico accuse pesanti: sequestro di persona aggravato in concorso...

«Infatti i ragazzi rischiano di essere rovinati da un’accusa così grave. Chiederò clemenza per loro ai giudici, volevano la loro mamma, non certo commettere un reato».

Partiamo dall’inizio.

«Intanto non sono venuta in fuga a Rimini con il mio ‘amante’».

Ma?

«Si tratta del mio fidanzato ufficiale, con il quale eravamo in vacanza. Io e lui vogliamo sposarci».

Ma lei non è già sposata?

«Da anni chiedo la separazione a mio marito, che continua a non darmela».

Esiste la separazione giudiziale, non consensuale.

«E’ in corso. Io sono titolare della ditta. Sono disposta a dargli tutto, basta che firmi la separazione, e mi riconosca una sorta di buonuscita. Eravamo già pronti a fine ottobre, poi mancavano un documento e si è rinviato tutto».

E adesso?

«Adesso è successo questo patatrac, perché quell’albergatore ha telefonato a mio marito dicendogli dove ero. Ci ha rovinato».

Beh, si riteneva in credito...

«Noi il conto che ci ha presentato l’abbiamo pagato. Aspettavo un bonifico da un cliente della ditta, poi avrei saldato il resto».

Cosa pensa che succederà ora?

«Non lo so. Ripeto, i miei figli non c’entrano niente, io li ho fatti, li conosco. Non sono ragazzi cattivi, non hanno usato la testa, facendo una cosa senza pensare che si trattava di un gesto grave. Non hanno malizia nè cattiveria».

Lei da quanto manca da casa?

«Da circa un anno».