Cattolica, dagli Appennini alle Ande per aprire una piadineria

Marco Pecci, cattolichino di 32 anni, ha aperto da un anno a Santiago l’unica piadineria di tutto il Cile: ‘La Piada’

Marco Pecci, cattolichino di 32 anni, ha aperto una piadineria in Cile

Marco Pecci, cattolichino di 32 anni, ha aperto una piadineria in Cile

Cattolica (Rimini), 16 febbraio 2018 - Il viaggio dagli Appennnini alle Ande stavolta lo fa Marco Pecci. Lui, cattolichino di 32 a, ha aperto da un anno a Santiago l’unica piadineria di tutto il Cile, ‘La Piada’. Un locale aperto da un anno nella capitale, Santiago del Cile.

Da quanto tempo vive in Sud America?

«Sono venuto per la prima volta in Cile nel 2011, grazie a un’esperienza di volontariato di 6 mesi in una casa famiglia dell’Associazione ‘Papa Giovanni XXIII’ di Rimini. Incontrai Natalia, una ragazza cilena che poi divenne mia moglie. Nel 2014 decisi di stabilirmi definitivamente a Santiago».

Come nasce l’idea di aprire una piadineria?

«L’idea di aprire ‘Piada’ nasce dal mio amore smisurato per la piadina e dalle varie ‘delusioni’ subìte negli anni. In molti locali della città, infatti, pubblicizzano un prodotto che chiamano ‘piadina’, ma che non ha nulla a che vedere con la nostra piadina. . Da buon romagnolo allora mi sono detto: ‘ve la faccio conoscere io, la vera piadina!’. All’inizio eravamo degli avventurieri, senza soldi, senza studi di mercato. Avevamo ben poche possibilità di farcela».

Che cosa è successo poi?

«Io e mia moglie decidemmo di trascorrere 5 mesi in Romagna, durante la ‘stagione’ del 2016. Tanti nostri amici cileni sono venuti a trovarci e spesso li portavamo in giro per un vero e proprio ‘piadina-tour’. Un successo! Siamo dunque rientrati in Cile e abbiamo aperto il nostro locale nel dicembre 2016. Per il momento siamo gli unici in tutto il Paese».

Chi sono i vostri clienti?

«La nostra clientela è piuttosto varia: italiani, molti stranieri e cileni. Nei primi mesi, la colonia italiana in Cile è stata fondamentale per la nostra sopravvivenza. Poi, pian piano, siamo cresciuti e ci siamo creati una clientela del posto».

Che cosa amano della piadina?

«Le persone che frequentano il locale apprezzano soprattutto la nostra accoglienza, squisitamente romagnola. Noi conversiamo con i clienti, li intratteniamo: alcuni sono diventati amici. È nella nostra indole: dopo tanti anni all’estero, posso dire che noi romagnoli siamo ancora i numeri uno al mondo per il senso dell’ospitalità. Penso di aver esportato, oltre alla piadina, un piccolo pezzo di riviera romagnola. Grazie ai miei racconti, qualcuno ha cominciato a interessarsi alla Romagna e ad aggiungerla come tappa del proprio viaggio in Italia. Ciò mi rende davvero orgoglioso delle mie origini».