Rimini, chiesti tre ergastoli per l’omicidio sul lungomare

Petrik Nicolli venne freddato a Rivabella, davanti a un ristorante, il 25 maggio del 2016, per una vendetta familiare

La scena dell’omicidio  a Rivabella: vittima l’elettricista albanese Petrik Nikolli (foto Migliorini)

La scena dell’omicidio a Rivabella: vittima l’elettricista albanese Petrik Nikolli (foto Migliorini)

Rimini, 20 novembre 2017 - Questa mattina in corte d’Assise il pm Paola Bonetti ha chiesto l’ergastolo per tutti e tre i cittadini albanesi che la notte del 25 maggio 2016 uccisero a Rimini il connazionale Petrit Nikolli, 40enne elettricista. L’udienza per la sentenza è stata quindi rinviata.

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Si trattò di un omicidio per vendetta, un regolamento di conti in ambito familiare: Nikolli fu ucciso perché, come avevano poi appurato le indagini della squadra mobile, aveva aiutato e ospitato a Rimini la nipote 20enne fuggita dalla Lombardia e dal marito che la trattava come una schiava.

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L’uomo abbandonato, Edmond Leci, metalmeccanico albanese di 25 anni, insieme con il padre, Lek 48 anni e il fratello maggiore Altin, era partito dalla Lombardia per consumare la sua vendetta.

Secondo le accuse, a impugnare la pistola e a sparare era stato il padre Lek. I tre erano stati arrestati 24 ore dopo a Gorgonzola e Lek aveva subito confessato di essere autore materiale dell’omicidio.

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