Rimini, foto e filmati osceni con bambini. Arrestato impiegato

Tra le migliaia di file anche un disgustoso dossier su Yara Gambirasio

Pedofilo sul web

Pedofilo sul web

Rimini, 30 settembre 2017 - Nei computer aveva migliaia di foto e filmati rivoltanti che riprendevano bambini in atteggiamenti talmenti osceni che anche gli investigatori sono rimasti sconvolti. Ma soprattutto aveva un libro, una sorta di dossier blasfemo di almeno 40 pagine, dove l’unica protagonista era Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate barbaramente uccisa.

D.P., un riminese, di 53 anni, è stato arrestato ieri mattina e ora è rinchiuso nel carcere dei Casetti con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico in grosse quantità. L’inchiesta, tutt’altro che conclusa, pare sia di dimensioni colossali e sta svelando gli orchi legati a una lunga catena che si nascondeva nel web.

Ed è stato proprio il computer, strumento principale dei pedofili che strisciano online, a tradire il riminese. Quando, l’altro pomeriggio gli agenti sono andati a bussare alla porta di casa sua con un mandato di perquisizione, mai avrebbero pensato di trovarsi di fronte a tutto quell’orrore. Sapevano con chi avevano a che fare, ma il materiale che è saltato fuori dall’appartamento di un ‘normale’ impiegato, ha fatto rizzare i capelli in testa anche a loro, che pure ne hanno viste parecchie.

Dopo averlo ammanettato, gli inquirenti si sono portati via numerosi computer, cellulari, penne Usb. Una marea di documentazione, a cui gli investigatori hanno dato un’occhiata sommaria, più che sufficiente però per avere la conferma di avere di fronte uno degli ‘orchi’ della specie peggiore. C’erano migliaia di immagini e filmati che avevano come protagonisti bambini, anche in tenera età. Porcherie spaventose, disgustose e crudeli, difficili anche solo da immaginare.

Ma le sorprese non erano ancora finite. In mezzo a quella fogna, c’era anche un libro. Una sorta di dossier sulla piccola Yara, massacrata nel 2011. Un delitto spaventoso per cui si trova all’ergastolo il muratire Massimo Bossetti. Quasi 40 pagine piene di sue fotografie, associate a filastrocche blasfeme che alle parole delle preghiere più tradizionali sostituivano nefandezze. Il segno di una fantasia talmente malata che è quasi impossibile da raggiungere.

Ma che a quanto pare viene condivisa da molte persone che si nascondono dietro un computer e navigano invisibili nei sotteranei più bui del web, dando vita a catene di una solidarietà perversa che si nutre di quelle mostruosità. Come ‘il rito della pedomessa’, così come i pedofili hanno battezzato quell’agghiacciante dossier con le immagini di Yara Gambirasio. Reti molto difficili da individuare, e per una che viene portata alla luce, ce ne sono molte altre che si nascondono ancora più in profondità.