Bimbo ingoia polpetta e rischia di soffocare all'Ikea

Il piccolo salvato dal personale del centro commerciale

Ikea di Rimini

Ikea di Rimini

Rimini, 10 aprile 2016 - Salvato dall’angelo dell’Ikea. Quel bambino stava soffocando, era diventato ormai cianotico, solo la prontezza di spirito della squadra di pronto soccorso del colosso svedese, gli ha salvato la vita.

L’episodio - accaduto di recente - è stato citato durante un corso di aggiornamento sulle tecniche salvavita. Al piccolo era andata di traverso una polpetta, un problema che aveva già avuto in precedenza in famiglia.

«La mamma vedendolo diventare paonazzo e in pratica impossibilitato a respirare a cominciato a urlare disperata – racconta Carlo Gualandini, direttore Ikea Rimini –. In quel momento, come tutti i sabati, il nostro ristorante era strapieno di persone.

E’ immediatamente intervenuto un membro della squadra di pronto soccorso Ikea, che da tempo ha fatto un training specifico sulla manovra antisoffocamente, la tecnica Heimlich, e il bambino ha ripreso a respirare».

Applausi dei presenti e sollievo generale. «La mamma, una riminese – continua Gualandini – qualche giorno dopo è ritornata e ha voluto ringraziarci personalmente. Ci ha abbracciato commossa, anzitutto il ragazzo, anche lui di Rimini, che le ha salvato il bambino, e poi me. E’ stato un momento davvero toccante. La signora ci ha raccontato che c’era già stato un precedente simile tra le mura domestiche, per alcune difficoltà che ha il bambino, di 3-4 anni, a deglutire».

La multinazionale svedese ha inserito da qualche, all’interno dei vari punti vendita sul territorio nazionale, una serie di squadre specializzate di dipendenti con mansioni diversificate.

«Tra le altre c’è chi si occupa dell’antincendio – continua Gualandini – in collaborazione con il comando provinciale dei vigili del fuoco, chi di pronto soccorso, con aggiornamenti costanti riguardo ad esempio l’utilizzo del defibrillatore per eventuali problemi cardiaci, ma anche per ferite da taglio, svenimenti, e per rischi legati al soffocamento, come appunto è stato nel caso del bambino, che ha confermato come sia stato provvidenziale l’intervento».

Gli addetti delle squadre sono dipendenti che lavorano in diversi reparti, i quali all’occorrenza vengono convogliati sulla situazione a rischio. «Il ragazzo che ha salvato il bambino lavorava appunto nel bistrot – chiosa Gualandini – Non solo per la mamma, ma per tutti noi è un eroe, e l’abbiamo segnalato ai nostri responsabili nazionali».