Riccione, rapina violenta in gioielleria. Commessa aggredita a pugni

Bandito solitario da ‘Amuleti’ in viale Ceccarini a Riccione. Ancora da quantificare il bottino

La commessa della gioielleria  ‘Amuleti’ sotto choc dopo la rapina

La commessa della gioielleria ‘Amuleti’ sotto choc dopo la rapina

Riccione (Rimini), 22 febbraio 2017 - L'ultimo cliente della giornata era un rapinatore. Un assalto violento, quello avvenuto ieri sera alla gioielleria Amuleti di viale Ceccarini. La commessa è stata presa a pugni, e i carabinieri l’hanno trovata sotto choc.

Il colpo è stato messo a segno poco dopo le 19, quando il negozio stava quasi per chiudere. L’uomo, sui 40-45 anni, è entrato nel negozio chiedendo di vedere alcuni gioielli. All’apparenza sembrava un cliente esigente, costringendo la commessa a tirare fuori altri preziosi. Poi l’aggressione, improvvisa. Lo sconosciuto l’ha colpita al volto con violenza, al punto da spaccarle il labbro, quindi l’ha spinto verso il retrobottega. La donna era spaventata a morte, con la bocca sanguinante, mentre lui arraffava quanti più gioielli poteva.

Tutto si è svolto in pochi minuti: preso quello che voleva l’uomo ha infilato la porta come un razzo ed è scappato. Quando ha capito di essere ormai al sicuro, la giovane è uscita dal negozio urlando, e ha chiesto aiuto alla gioielleria Bartorelli che è subito accanto. Subito è scattato l’allarme ai carabinieri che sono arrivati sul posto alla velocità della luce.

La commessa però era in condizioni pietose, talmente sotto choc che sono stati costretti a chiamare un’ambulanza. Non è stato facile per gli investigatori ricostruire la dinamica della rapina, nè ottenere una descrizione accurata del bandito. Probabilmente italiano, ma anche su questo non hanno ancora nessuna certezza.

In zona però ci sono diverse telecamere, ed è sulle immagini che contano i carabinieri. I controlli e i posti di blocco sono scattati subito, ma fino a ieri sera dello sconosciuto non si era trovata alcuna traccia.

Il bottino non è ancora stato quantificato, ma sembra che sia abbastanza consistente.

Il sospetto è che il primo obiettivo del rapinatore fosse la gioielleria Baleani. «E’ entrato un uomo – racconta Anna Baleani – con un cappello calato sul viso, un forte accento napoletano, alto circa 1,85-1,90. Aveva un modo di fare non comune, al bancone in quel momento c’era solo mio figlio. Ha chiesto di vedere anelli con brillanti. Poi quando ha sentito le voci al piano superiore dove eravamo in diversi e ha visto scendere alcuni di noi, ha tagliato corto e se n’è andato. Stavamo per segnalare la cosa ai carabinieri, quando abbiamo sentito le urla della commessa di Amuleti».