Riccione, il badge per la pausa caffè in Comune manda in crisi il bar

La titolare: "Incassi crollati del 24%". E il comune concede lo sconto sull'affitto

Caffè

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Riccione (Rimini) 13 aprile 2017 - Caffè amaro per i dipendenti comunali. Molto di più per la titolare del bar che si trova all’interno del municipio, costretta a fare i conti con una riduzione degli incassi del 24%. L’obbligo introdotto dall’amministrazione precedente nel giugno del 2016, di vincolare la pausa caffè all’orario lavorativo rendendo necessario strisciare il badge elettronico, ha cambiato le abitudini e ridotto la presenza dei dipendenti al bar.

Da nove mesi a questa parte chi voglia concedersi la pausa caffè deve timbrare come se uscisse dal municipio, interrompendo l’orario lavorativo, e timbrare nuovamente quando torna in servizio. Il tempo va poi recuperato. Non è una novità in assoluto visto che una cosa simile è attiva nel municipio di Rimini da alcuni anni.

Le conseguenze sugli incassi del bar si sono subito fatte sentire. E Romina Ricci, la titolare dell’esercizio da cinque anni a questa parte, si è trovata costretta a chiedere uno sconto sul contratto di affitto per non chiudere. «Io non sono una dipendente pubblica – premette – e non mi baso su entrate fisse. Devo far quadrare i conti. L’effetto della nuova regolamentazione introdotta nel giugno dello scorso anno è stata evidente. Oltre alla pausa caffè sono anche cambiati gli orari di entrata in servizio dei dipendenti al mattino. Sommando tutti i mutamenti, mi sono ritrovata con incassi diminuiti in modo sensibile».

Già nell’ottobre dello scorso anno, Romina Ricci aveva chiesto al Comune una riduzione della seconda rata dell’affitto lamentando il problema. Ma allora l’amministrazione concesse solo una dilazione del pagamento della rata. Troppo poco per la titolare. A fine novembre Ricci ha presentato le fatture mostrando come gli incassi da giugno a settembre, rispetto al medesimo periodo del 2015, fossero diminuiti del 24%.

I numeri non mentono e davanti alla documentazione presentata, l’amministrazione il 31 marzo scorso ha infine concesso lo sconto sotto forma del taglio del canone di affitto del 24%. «Senza sconto non sarei mai riuscita a pagare il canone – ammette la titolare -. La posizione del bar è decentrata all’interno del municipio, e non è semplice per i cittadini che accedono ai servizi passare da qui. Quindi la maggior parte dell’incasso la faccio con i dipendenti».

Tra i clienti ci sono anche i politici, anzi vi erano. In passato la quantità di consigli comunali e commissioni permetteva al bar di lavorare anche fuori orario d’ufficio, alla sera. «In questi cinque anni la differenza l’ho sentita. Quando c’era Pironi sindaco la quantità di consigli comunali era maggiore. Negli ultimi anni si è ridotta».