Riecco il terrore degli albergatori, la famiglia che non paga mai

Sono già stati in decine di hotel senza saldare nemmeno un conto

Patrizia Rinaldis mostra la lista nera dei portoghesi (foto Bove)

Patrizia Rinaldis mostra la lista nera dei portoghesi (foto Bove)

Rimini, 10 giugno 2016 - Ormai qualcuno li riconosce ed evita che soggiornino nella propria struttura, cercando anche di avvisare i colleghi. La famigliola formata dal padre di 53 anni, dalla madre di 42 e dal figlio adolescente, di origine napoletana, sono il terrore degli albergatori riminesi: da anni riescono a scroccare soggiorni nei vari hotel e residence.

Federica Zagnini, titolare dell’hotel Aristeo, è tra quelli che ne hanno fatto le spese. «Sono stati da me lo scorso anno per due settimane. Il padre mi aveva raccontato di essere un professore arrivato a Rimini come componente di una commissione d’esame nelle scuole. Alla fine delle due settimane sono andati via e dopo aver ricevuto il conto il padre ha detto che usciva per andare a fare un bancomat: sono saliti in macchina e non li ho più visti. O meglio – prosegue – li ho rivisti una settimana dopo che cercavano di andare nell’hotel di fianco al mio: ho avvisato tutti i colleghi che ho potuto».

Il conto che la famiglia avrebbe dovuto pagare, come afferma Zaghini, era sui 900 euro: «Ho denunciato il fatto ai carabinieri ma ho pensato che fare una causa a queste persone era più il tempo che avrei perso e i soldi che avrei speso in avvocati, che non quello che avrei potuto ricavare. Quindi da quel punto di vista ho lasciato perdere».

La famiglia ha soggiornato, recentemente, anche in un residence del lungomare di Rimini e qui ha funzionato bene la mail di avvertimento che l’Associazione albergatori, guidata da Patrizia Rinaldis, ha inviato a tutti i suoi associati e che comprende tutti i ‘portoghesi’ nei confronti dei quali è stata fatta una denuncia. «Mia cognata ha letto la mail che aveva inviato l’associazione albergatori – racconta la signora Mariella, titolare del residence – ed ha riconosciuto il nome. Avevano fatto una prenotazione dal 5 al 23 giugno, quindi dopo due giorni ho chiesto un acconto. L’uomo che, devo dire, è molto gentile e cordiale, si è scusato ma ha detto che se ne andavano. La moglie ha detto che siamo senza cuore, qui a Rimini. Io non ho replicato nulla e comunque i due giorni che sono stati qui non li hanno pagati. Il signore, poi, è anche ritornato perché aveva dimenticato un giaccone nell’armadio, quindi è venuto a riprenderselo».

«Sono passati anche qui da me – conferma Giuseppe, titolare di un altro hotel della zona mare di Rimini –. Hanno chiesto una camera da tre posti fino al 23 giugno. Hanno premesso che non ci avrebbero dato acconti perché avevano avuto brutte esperienze con alcuni albergatori. Quando ho detto che noi volevano una caparra, se ne sono andati. A me dispiace chiedere un acconto sui soggiorni, ma ormai bisogna fare così: pensi che lo scorso anno non siamo stati pagati da un’agenzia romana».