Senzatetto morto a Bologna, il dolore della madre

La famiglia di Leonardo, originaria di Cattolica: "Non lo abbiamo mai abbandonato, ma lui sceglieva sempre la strada"

LUTTO Leonardo Romani insieme alla mamma Anna Franca

LUTTO Leonardo Romani insieme alla mamma Anna Franca

Rimini, 25 febbraio 2017 - «La nostra famiglia non lo ha mai abbandonato. Ogni volta che cadeva, noi eravamo lì per aiutarlo a rialzarsi. Ma alla fine lui sceglieva sempre la strada». Non riesce a darsi pace Anna Franca, mamma di Leonardo Romani, il 46enne clochard trovato morto lunedì scorso in una tenda piantata nel parco Cavaioni, a Bologna.

Una tragedia che ha commosso il capoluogo emiliano, tanto che anche il Comune ha commemorato la sua scomparsa. Nessun dolore supera però quella della famiglia di Leonardo, originaria di Cattolica. Il 46enne aveva alle spalle un passato difficile: problemi di alcol e droga, la permanenza in comunità di recupero, il vagabondaggio. «E’ vero, mio figlio ha commesso degli errori e ci ha dato tante preoccupazioni. Ma noi siamo sempre rimasti al suo fianco, abbiamo fatto di tutto per riportarlo sulla retta via – ricorda ora la signora Franca –. L’ultima volta era stato qui a luglio, ma da tempo conduceva un vita sregolata».

Chi ha conosciuto Leonardo lo dipinge come una persona schiva, introversa, ma generosa e disponibile: «se qualcuno gli prestava soldi, lui l’annotava su un taccuino per poi saldare il debito appena possibile». La sorella di Leonardo, Enrichetta Romani, ha scritto una lettera dedicata al fratello. «Mamma e papà – si legge – per anni hanno cercato di salvarti in tutti i modi, anche quelli più drastici, e non ti hanno mai abbandonato. Purtroppo niente e nessuno ha potuto salvarti da quella inquietudine che ti tormentava e ti faceva cercare la serenità in forme sbagliate. Sei morto da solo, la sofferenza si leggeva ancora nei tuoi occhi... Ma noi, Leo, non ti ricorderemo così. Ricorderemo la tua sensibilità poetica, la tua intelligenza sopraffina, il tuo sapere enciclopedico e l’ironia sagace, la passione per i libri e tutto ciò che poteva arricchirti l’intelletto. Ricorderemo la tua persona umile e generosa, sempre disposta a difendere i deboli e aiutare i bisognosi. Ricorderemo la tua spiritualità, il tuo stile hippy, anticonvenzionale. Ricorderemo i pochi ma bei momenti passati insieme: dai viaggi in Germania alle mattine di Natale. Ci accompagna la speranza che ora tu abbia trovato finalmente la serenità».

La Procura di Bologna ha disposto un’autopsia per conoscere le cause del decesso del 46enne.