Romagna, strade dissestate. Ecco i pericoli per i ciclisti

Slalom tra le buche nella terra del Pirata

In bici lungo le strade della Romagna (foto Migliorini Adriapress)

In bici lungo le strade della Romagna (foto Migliorini Adriapress)

Rimini, 27 marzo 2017 - Panorami bellissimi, ottima accoglienza negli hotel, ma le «strade sono penose». E nella terra di Marco Pantani basta questo a tenere lontani ogni anno migliaia di appassionati ciclisti, che boicottano la Romagna per trascorrere altrove le loro vacanze su due ruote: in Toscana, nella Riviera del Garda, o magari alle Baleari o alle Canarie. E non ci vuole molto a capire il perché. Prendete Tenerife o Gran Canaria: qui si lavora anche di notte pur di consegnare ai ciclisti strade che sembrano tavoli da biliardo. In Romagna invece, se va bene, si butta un po’ di asfalto a freddo su buche che ormai sono diventate crateri. Se va male, si chiudono direttamente le strade perché troppo pericolose, per i ciclisti come per le auto.  Per questo siamo andati, rigorosamente in bicicletta, a vedere alcune delle situazioni peggiori. 

Il nostro giro è partito da Rimini in compagnia di Daniele Bilancioni, presidente del consorzio Rimini bike hotel, e del parlamentare riminese del Pd Tiziano Arlotti, grande appassionato di due ruote (ha corso varie edizioni della ‘Nove colli’ e tante altre gran fondo).   Arlotti ha presentato una mozione in Parlamento, per impegnare il governo a intervenire sulle strade e rilanciare in Italia il cicloturismo. «Vi porto a vedere subito una delle nostre strade peggiori. Lì sono cascato anch’io l’anno scorso, e mi è andata bene». La strada in questione è quella che porta sulla collina di San Paolo. Da lì ci passa anche la ‘Coppa della pace’, famosa gara di ciclismo giovanile. Proprio San Paolo l’anno scorso è stata teatro del gravissimo incidente capitato a Keagan Girdlestone. Facciamo pochi metri, e dopo i primi tornanti l’asfalto è già una gruviera. «Ecco, io sono caduto in questo punto, facevo la discesa. Ho rischiato di rompermi il femore».    La strada è davvero brutta. Non solo per la presenza di buche grandi come crateri, ma per i dislivelli dell’asfalto e per le crepe longitudinali che sono autentiche trappole. Da San Paolo proseguiamo verso Verucchio, e anche qui la strada in certi punti è davvero messa male. A un certo punto davanti a noi un ciclista, che la sta facendo in discesa, inchioda a causa di una buca e per poco non cade nel dirupo.    A Verucchio Arlotti torna indietro, mentre noi proseguiamo per la valle dell’Uso. È una delle zone più frequentate dai cicloturisti, per i paesaggi e per le salite che propone. Ci è passata anche la ‘Coppi e Bartali’ in questi giorni. Ma gli asfalti sono da dimenticare. «Le strade di Ponte Uso e della Cornacchiara, anche a causa dei numerosi camion diretti alla discarica di Sogliano, sono costantemente rotte. Abbiamo tanti clienti dei nostri hotel che si sono fatti male o hanno spaccato le bici su queste strade». E molti, dopo la brutta esperienza, «ci dicono che qui non torneranno più, nonostante l’ottima accoglienza che ricevono negli hotel e i tanti servizi che mettiamo loro a disposizione. È avvilente per noi: investiamo soldi nelle strutture, nella comunicazione, ma poi il lavoro viene vanificato perché non abbiamo strade all’altezza».

È quello che ha denunciato l’estate scorsa l’ex campione del mondo Maurizio Fondriest definendo le strade in Romagna «una vergogna».  E se pensate che i problemi siano solo in collina, vi sbagliate di grosso. Perché anche le strade in pianura usate dai cicloturisti per raggiungere le amate salite sono mal ridotte. Uno dei punti peggiori è nei pressi della rotatoria di Gatteo dedicata a Secondo Casadei.    «Lì ogni anno cadono tantissimi partecipanti della ‘Nove colli’, è un disastro. Qualcuno rischia di farsi male seriamente», attacca Alessandro Spada, presidente della società ciclista ‘Fausto Coppi’ di Cesenatico e organizzatore della ‘Nove colli’. Facciamo un salto anche lì e capiamo subito le sue paure. A un certo punto, a causa di una delle mille crepe, veniamo disarcionati anche dalla bici, per fortuna senza conseguenze. «Pensate che da qui i ciclisti transitano a tutta per la volata della ‘Nove colli’». Sempre che ci arrivino, al traguardo a Cesenatico, viste le buche…