Stupro di Rimini, Guerlin Butungu a processo. I giudici rinviano al 17 ottobre

Da una parte il pubblico ministero aveva chiesto per il maggiorenne del branco di stupratori il rito direttissimo, dall’altra i suoi difensori che si opponevano

Guerlin Butungu (Ansa)

Guerlin Butungu (Ansa)

Rimini, 3 ottobre 2017 - Processo rinviato al 17 ottobre per  Guerlin Butungu, il ventenne congolese accusato di avere  violentato sulla spiaggia di Rimini, il 26 agosto scorso, una ragazza polacca e un trans peruviano. Oggi si è aperto il processo a Rimini. Il Tribunale collegiale ha concesso i termini a difesa e ha rinviato il processo per direttissima nei confronti del congolese.

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Intorno alle 12, dopo due ore, il tribunale collegiale si era ritirato per decidere sulle eccezioni preliminari presentate dalla difesa del ventenne sottoposto a rito direttissimo, che può essere celebrato per legge solo entro 30 giorni dal fermo. Da una parte il pubblico ministero, Stefano Celli, che aveva chiesto per il maggiorenne del branco di stupratori il rito direttissimo. Dall’altra i suoi difensori, Mario Scarpa e Francesco Zacheo, che puntavano sull’inammissibilità di un rito che per reati così gravi è più unico che raro. La direttissima è prevista dal Codice, a patto che esistono alcune condizioni. La prima è che avvenga entro i 30 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, e che l’imputato sia reo confesso o che venga arrestato in flagranza di reato.

Dodici i capi di imputazione che comprendo le rapine, di Miramare, di Marina Centro, gli stupri e la tentata violenza del 12 agosto. Per il difensore di Butungu, Mario Scarpa, procedere con rito direttissimo in un caso così grave potrebbe ledere col diritto di difesa dell'imputato "che ha confessato sì ma parzialmente" ha detto il legale. "Ci sono addebiti che Butungu respinge come quello dello spaccio di stupefacenti", ai complici minorenni.

La pubblica accusa, il procuratore capo, Paolo Giovagnoli e il sostituto Stefano Celli, hanno prodotto alla Corte questa mattina la trascrizione dell'interrogatorio in carcere di Butungu, avvenuto lo scorso 27 settembre in cui confessa la partecipazione ai reati. La pubblica accusa si è detta non contraria a processare in altra sede il congolese per quei reati che non ha confessato. La Corte si è quindi ritirata per l'esame della trascrizione della confessione prima di sciogliere la riserva sul rito processuale.

Il congolese che è stato portato in aula per assistere al processo è stato solo interpellato dal giudice al fine di capire il grado di comprensione della lingua italiana. In aula, ad inizio processo la Corte ha anche ammesso la presenza delle telecamere autorizzate alle riprese del processo ma non dell'imputato né dell'unica parte offesa presente, la trans peruviana, difesa dall'avvocato Enrico Graziosi. L'avvocato Maurizio Ghinelli invece rappresenta i due ragazzi polacchi, vittime della violenza del 'brancò lo scorso agosto.

 

Butungu ha confessato qualche giorno fa nel carcere di Pesaro, chiedendo lui stesso di essere sentito per mettere una pezza a tutte le bugie che aveva raccontato agli investigatori, ormai consapevole che era stato messo con le spalle al muro.