Rimini, la denuncia. "Allontanata dal ristorante perché sono trans"

Vittoria ha chiamato i carabinieri e presentato un esposto. Il gestore del ristorante. "Ecco perché non l'ho accolta bene"

Vittoria all'anagrafe si chiama ancora Raffaele Panico (foto Migliorini)

Vittoria all'anagrafe si chiama ancora Raffaele Panico (foto Migliorini)

Rimini, 20 maggio 2017 - Prima, racconta, le hanno fatto storie per il suo cagnolino. «Qui gli animali non possono entrare». Ma anche dopo aver riportato a casa l’animale a casa ed essere tornata al ristorante, il titolare non voleva servirla. Perché «vestita così nel mio locale non mangi. Se vuoi pranzare qui ti metto in fondo alla sala».    Ma il cane e il look non c’entrano affatto, secondo Vittoria. Il vero problema, assicura, «è che sono un trans: per questo non mi volevano servire il pranzo». Quarantadue anni, di origini napoletane, all’anagrafe Vittoria si chiama ancora Raffaele Panico. «Ma ho già chiesto di poter cambiare il mio nome». Vive da molti anni a Rimini, dove fa la parrucchiera. In questi giorni a Rimini ci sono anche alcuni suoi parenti, che sono venuti a trovarla da Napoli.

«Giovedì ho invitato mia cugina a pranzare insieme, e intorno alle 14 ci siamo dirette al ristorante Lo Zodiaco proprio perché era vicino al residence dove abito». Vittoria si presenta con il suo cane, un piccolo maltese. «Appena entrate, uno dei proprietari si è avvicinato e mi ha detto che non potevo portare il cane all’interno del locale. Io non ho fatto obiezioni, sono tornata al residence, dove ho lasciato il cane, e poi mi sono ripresentata al ristorante». Ma lì ha trovato la cugina fuori dal locale ad attenderla. «Era affranta, mi ha detto che non ci avrebbero servito comunque».

Così Vittoria è entrata e ha chiesto spiegazioni. «Mi è stato risposto che non ero vestita in modo consono, ma che se proprio volevo ci avrebbero dato un tavolo in fondo alla sala». A quel punto Vittoria ha chiamato la polizia, e «dopo l’arrivo degli agenti mi hanno finalmente servito. Ma io non avevo ormai più appetito, ero troppo arrabbiata. Ho lasciato il cibo nel piatto, ho pagato e me ne sono andata».

La questione non è finita lì, perché poi Vittoria è andata a presentare una denuncia-esposto alla stazione dei carabinieri di Miramare. Perché «è evidente che non mi hanno voluto dar da mangiare perché sono un transessuale. Ma io non ho fatto nulla di male. Sono una persona come tutte le altre, faccio la parrucchiera da tanti anni e lo rifarò anche quest’estate. Anche nel mio look non c’era nulla di male: avevo un paio di jeans e una maglietta azzurra, niente di volgare insomma».    Le cose non stanno affatto così per Antonio De Luca, uno dei titolari del ristorante Lo Zodiaco. E la versione del ristoratore è molto diversa da quella fornita da Vittoria: «Io ho fatto semplicemente presente a questa persona che, vestita in quel modo, non poteva mangiare da noi. Il nostro è un ristorante per famiglie, ci teniamo a dare un’immagine pulita e sobria e a mantenere un certo tipo di pubblico. Non ho mai affermato di non volerla servire perché è transessuale. Però lo ribadisco: la sua presenza metteva a disagio altre persone che erano in quel momento al ristorante. Alla fine l’abbiamo servita comunque, ma lei se ne è andata senza mangiare lasciando tutto nel piatto. Non si è comportata bene».