Uccide il gatto e tortura il cane per far dispetto alla nipote

L’uomo, un 76enne, è alla sbarra per uccisione di animali

CRUDELTA’ Il gattino è stato catturato con una tagliola e poi sviscerato; ferito dalla terribile trappola anche il labrador della donna che però è sopravvissuto

CRUDELTA’ Il gattino è stato catturato con una tagliola e poi sviscerato; ferito dalla terribile trappola anche il labrador della donna che però è sopravvissuto

Rimini, 23 novembre 2016 - Non voleva che gli animali di sua nipote sconfinassero nel suo giardino, così ne ha ucciso uno e ha torturato l’altro con una tagliola. Una crudeltà inaudita, quella messa in atto da un 76enne residente nella zona di San Clemente, ora alla sbarra con l’accusa di uccisione di animali.

I fatti risalgono a circa un anno fa. Zio e nipote vivono in campagna e sono confinanti. La donna, 60 anni, è invalida e aveva in casa due animali, un gatto e un labrador, quest’ultimo appartenente alla figlia. Le due bestiole ogni tanto sconfinavano nel terreno accanto, quello, appunto, dello zio. Il quale a sua volta aveva cani e gatti, ma non voleva assolutamente che quelli della nipote si facessero vedere dalle sue parti. Nei giorni precedenti, l’uomo aveva più volte minacciato la donna: "Se li ritrovo qui te li ammazzo".

E a quanto pare l’ha fatto sul serio. Perchè qualche tempo dopo, la 60enne ha trovato in cortile il suo gattino letteralmente sviscerato. Una scena terrificante che le ha provocato un choc. Il piccolo animale era stato prima catturato con una tagliola e poi sviscerato. Quindi era stato ributtato dall’altra parte. Lei sapeva bene chi era stato a commettere quello scempio, ma l’orrore non era ancora finito. Perchè di lì a qualche giorno, era toccato al labrador. Il cane era infatti rimasto gravemente ferito da una tagliola, ma era sopravvissuto.

A quel punto la nipote aveva deciso di chiamare i carabinieri e ‘vendicare’ i suoi animali della crudeltà subita. Sul posto erano intervenuti i carabinieri di Morciano, i quali avevano portato via i resti del gatto che avevano fatto esaminare da un veterinario. Questo aveva confermato che il micietto era stato catturato con una tagliola ed era morto per una profonda ferita alla pancia. La donna aveva naturalmente raccontato ai militari della tensione che c’era tra lei e lo zio confinante, e soprattutto delle minacce che questo le aveva fatto. Le indagini si erano quindi concentrate sull’uomo, e alla fine gli investigatori avevano concluso che l’autore di quel macello era sicuramente lui. Di qui il rinvio a giudizio del 76enne, accusato di uccisione di animali. Un accusa che prevede una pena che va dai quattro mesi ai due anni di reclusione. Il processo si è aperto ieri mattina e l’udienza si è chiusa con un rinvio al 7 febbraio 2017, quando dovrebbe essere sentito lo stesso imputato.