Tribunale di Rimini, al controllo spunta il vibratore

L’aveva nella valigietta, tra i documenti, un praticante avvocato

Nelle foto di repertorio i controlli all’ingresso del tribunale di Rimini (Foto Bove)

Nelle foto di repertorio i controlli all’ingresso del tribunale di Rimini (Foto Bove)

Rimini, 30 agosto 2016 - Dal coltello al ...vibratore. Sono abituati a tutto gli uomini addetti alla sicurezza del tribunale di Rimini, personale che, ogni giorno deve sorvegliare sull’utenza che entra ed esce dal palazzo di giustizia. Ogni giorno controllano borse, borsine, ventiquattrore, zaini di ogni genere del folto pubblico che affolla le aule di giustizia. Cutter, coltelli anche da cucina, forbici rientrano nella normalità tra gli ‘arnesi proibiti’ scoperti dallo scanner del metal detector e poi sequestrati. Ma di veder spuntare un oggetto ad alto tasso erotico come un vibratore, tra le carte ufficiali, molto probabilmente di un praticante avvocato di un altro palazzo di giustizia, a questo proprio non erano ancora arrivati.

Qualche giorno fa, infatti, al controllo di sicurezza posto subito dopo l’ingresso principale, si è presentato un distinto giovane, giacca e pantalone di lino, con una valigetta. Non essendo del foro di Rimini, non si è subito qualificato come praticante avvocato, ma ha posto, in tutta tranquillità, la sua valigetta sul rullo per farla scannerizzare dal dispositivo elettronico. L’allarme non è scattato, non nascondeva nulla di proibito la borsa del professionista, ma il personale di sicurezza ha ugualmente strabuzzato gli occhi: sul monitor è apparsa una strana sagoma contenuta all’interno della valigetta griffata, tra una pratica e l’altra. La forma era del tutto inequivocabile: era quella di un vibratore. L’uomo ha recuperato la sua valigetta, ha salutato e si è allontanato per andare negli uffici, ai piani superiori del palazzo di giustizia e sbrigare il suo lavoro.

Non è la prima volta che lo scanner del metal detector del tribunale ‘regala’ qualche immagine di frammenti di vita molto intima delle persone che affollano il tribunale. Appena installato il sistema di controllo in tribunale, erano state le borse griffate di due donne, un’avvocatessa del nord Italia e la segretaria di un professionista emiliano, a essere sorprese dai raggi x con altrettanti, ma più piccoli sexy toy. Come dire, un po’ di pepe tra i faldoni della giustizia.