San Leo (Rimini), 25 agosto 2013 - IL MEDICO di Catanzaro spinge avanti la figlioletta come si fa a scuola. Tutto attorno bancarelle da fiera, nell’aria il profumo acuto di saponette e olii essenziali. Ma niente distrazioni, «siamo qui per Cagliostro, scusi dov’è la conferenza?». Giovanni Sgro ha fatto novecento chilometri con la famiglia per arrivare a San Leo e immergersi nell’atmosfera di ‘Alchimialchimie’, festival costruito sull’ospite più illustre della città, Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro. Prigioniero qui per 4 anni, tra il 1791 e il ’95, sepolto vivo nel Pozzetto della Rocca, una cella tre per tre, all’epoca c’era solo un finestrozzo che guardava la cattedrale — bel contrappasso per il mago alchimista — e una botola.

IL PAESAGGIO è già tutto. Lo scopri poco a poco, salendo i tornanti. Ti lasci alle spalle la valle e sali, sali, tra cuspidi di roccia aguzze e un po’ spettrali. Domina la fortezza, a vederla inaccessibile, senza scampo. Cagliostro è un mistero che attira. Intanto le ire del parroco don Andrea, che anche quest’anno ha ‘scomunicato’ la festa chiudendo duomo e pieve: qui ci sono i massoni e quei principi sono inconciliabili da sempre con i nostri, si adirò due anni fa. Però la gente non ci fa troppo caso. E arriva, in massa. Non solo perché «al mare è brutto, dai facciamo un giro». Gruppi, pullman, famiglie intere. Curiosi e alternativi, appassionati di esoterismo e Hare Krishna. «Tremila-quattromila presenze al giorno», fa i conti il sindaco Mauro Guerra. Che si tiene alla larga dalle polemiche, «guardi, non faccio il guastafeste».

PERÒ i turisti non la prendono bene. Alle tre del pomeriggio Pietro, 11 anni, arrivato da Parma con mamma e papà, fa la salita di spinta, si ferma davanti alla porta del duomo e sentenzia: «Chiese, rocca, tutto chiuso... Non c’è poi molto da vedere!». Sì, perché la fortezza in questo sabato è stata aperta solo mezza giornata, ragioni di sicurezza, c’è da preparare il gran spettacolo della sera con i fuochi d’artificio. Intanto finché possono i turisti se la godono. Gli stranieri filmano tutto, indugiando nella celletta di Cagliostro. Sul letto di legno qualcuno ha portato fiori freschi. Per i massoni il conte è un eroe della libertà. C’è sempre l’idea di entrare nell’antro di un mago. Il mistero aleggia. Sarà perché i resti non si sono mai trovati. Alla domanda «ma lui dov’è seppellito?», un’impiegata dell’ufficio turistico si cala nella parte «eh non si sa, chi dice in una fossa comune proprio qui dietro il palazzo mediceo, chi dice che vive ancora...». «Per me Cagliostro è stato un affabulatore, un Berlusconi ante litteram», azzarda Alberto S., bolognese in gita.

C’È ARIA di fiera. Tra pendoli e plantari attivi, gioielli di paglia e sabbia pressata, coroncine celtiche e anelli per il massaggio ayurvedico., «In Giappone vanno fortissimo», garantisce Maria Jencek, origine triestina, Hare Krishna, «mi occupo di riequilibrio energetico». Manca solo lo yoga della risata, sembra sia l’ultima moda in fatto di benessere. Luciano Pignatti di Modena, «terremotato», artista, è vestito da giullare e fa i tarocchi, un cartello promette «serietà segretezza semplicità». La fiera ma anche la scienza. Voci fuori dal coro come quella di Massimo Corbucci, medico e fisico, lo scopritore del vuoto quantomeccanico, «l’origine della materia, è già tutto scritto nella Bibbia». Qui con il libro «Alla scoperta della particella di Dio», racconta come ha provato a smontare la teoria materialista. «Che cosa cambia nella vita delle persone? Ci sono anche applicazioni pratiche. Nel 2005 ho presentato un brevetto per un trasmettitore istantaneo, serve a comunicare a grandissime distanze, ad esempio dalla Terra a Marte. Le pare poco, i viaggi spaziali sono il futuro».

 

dall’inviato Rita Bartolomei