L’acuto del transgender Daniel Petrarulo. "Così ho conquistato ‘The Voice’"

Il giovane talento racconta la sua trasformazione fisica e artistica (FOTO)

 Daniel Petrarulo a The Voice

Daniel Petrarulo a The Voice

Rimini, 6 marzo 2015 - Con quella voce ha colpito tutti. Noemi, J-Ax, i Facchinetti (padre e figlio) e Piero Pelù (FOTO). Si è presentato alle audizioni al buio della trasmissione The Voice (su Rai Due) con un brano di Bon Jovi, Always, conquistando quattro poltrone su quattro. E nel talent show lui ci è entrato come un uragano.

Si chiama Daniel Petrarulo. Ventinove anni, originario di Grottaglie (Taranto), riminese d’adozione. Vive in città da ben 10 anni. La storia di Daniel è una di quelle da raccontare. E forse diventerà uno dei personaggi del programma. Per la sua voce, ma non solo. «Quando sono nato mi chiamavo Daniela» dichiara davanti ai giudici e al pubblico. Petrarulo è il primo concorrente transgender della storia del talent. Anzi, non più, come ci racconta. «E’ stato un lungo percorso – spiega – che è iniziato fin da quando ero piccolo. Sono nato così. Con una predisposizione ormonale favorevole alla mia indole. Poi tutto è maturato durante gli ultimi anni a Rimini. Grazie anche al sostegno della mia famiglia, che mi ama tanto. Ora la serenità è stata raggiunta e come dico sempre, mi sento una persona completa e definita al 100%, non trasformata».

A Rimini quando è arrivato? «A fine 2004. Per l’università. Mi sono laureato in Economia e gestione in servizi turistici».

Perchè ha deciso di fermarsi? «La città mi piace molto. Mi ha accolto benissimo, mi ha dato tanto a livello umano. Ma non ho trovato lavoro nel settore per cui ho studiato».

Dove vive? «In città, insieme a due amiche che mi hanno accompagnato al provino a The Voice. Il mio cuore è in Puglia ma qui ho davvero trovato una seconda famiglia».

E la passione per il canto quando è arrivata? «Sin da piccolo. Quando cantavo sulle note dei giradischi di mio padre. Poi quando mi sono trasferito in Riviera ho fatto pianobar un po’ dappertutto. E tantissimi provini».

Si aspettava questo risultato a The Voice? «Ci ho creduto tanto in questo sogno. Sono salito sul palco davvero carico. Ero sicuro di me».

Che cosa dicono oggi amici e parenti? «Ho ricevuto complimenti da ogni parte d’Italia. Dalla mia Puglia, dai riminesi ma anche da tantissime persone che non conosco».

Ha scelto di entrare nel team di Noemi... perché? «E’ stata la prima a voltarsi perché le ho trasmesso qualcosa. Cantava con me. C’è stato subito feeling».

La sua avventura a The Voice è appena iniziata. «Sì, sarà tutta una sorpresa. Ma il mio sogno in parte è già stato realizzato».

In base alla sua esperienza di vita, come giudica la scelta della cantante Conchita Wurst, diventata un simbolo per i transessuali? «La trovo di una bellezza incantevole, ha una bellissima voce, ma è molto diversa da me. E’ un’altra cosa. E’ una drag queen che conserva le sembianze da uomo».

Il messaggio che volete trasmettere entrambi però è simile. «Certamente. Attraverso l’arte siamo due chiari esempi di forza e coraggio».

E’ per questo motivo che ha deciso di partecipare a The Voice? «Il motivo principale è perché voglio cantare. Se poi la mia storia può servire a far capire ad altri ragazzi come me qual è la loro strada, ben venga».

Che cosa vuole dire a chi non ha il suo coraggio? «Essere se stessi è la cosa più importante, perché quando si è se stessi si ha già vinto».