Rimini, 18 aprile 2014 - GIOVANI fashion designer riminesi alla conquista dell’Oriente. Sono Davide Puricelli, Massimiliano Chiesa e Michela Gentilini, titolari del negozio Bakamak di via Sigismondo a Rimini, ma anche ideatori di un nuovo marchio di moda che sta facendo il giro d’Europa e del mondo: Blood Bond. «Girando fiere di moda di tutta Europa e d’Italia _— dice Puricelli — abbiamo capito nel corso di questi ultimi anni, di voler creare un marchio tutto nostro».

Dopo 15 anni di esperienza, Puricelli (che ha lavorato per importanti negozi di moda della città) insieme all’altro titolare (figlio di Luciano Chiesa e Antonietta Raffaelli, proprietari del negozio Bakamak in voga negli anni Settanta) e a sua moglie, hanno scelto di fare il grande salto e provare a conquistare una fetta di mercato di nicchia.
«SIAMO molto forti sui social network e ci apprezzano tantissimi fashion blogger — racconta Davide — proprio con il nostro stile, molto particolare. Così abbiamo iniziato a fare tutto da soli. Schizzi, ricerca di materiale, promozione. Avvalendoci di un’azienda riminese che ci cuce i capi, stiamo andando molto bene.

Proprio grazie al web abbiamo colpito un noto imprenditore della Cina, che ha oltre 87 negozi in tutto il Paese e entro il 2014 arriverà ad inaugurarne almeno 300. E’ un appassionato di brand internazionali e soprattutto del gusto particolare e rigorosamente Made in Italy. Poche settimane fa abbiamo firmato una collaborazione importante. E già abbiamo inviato due ordini con decine di capi uomo e donna. Per alcune cose ci ha chiesto anche l’esclusiva».

LO STILE di Blood Bond è molto particolare: un misto tra punk e dark, che si esprime solo con tagli strani e l’utilizzo di materiale non convenzionali, come alcantara, neoprene e cotoni spalmati. «Il nostro marchio si chiama ‘Patto di sangue’ e in ogni cartellino c’è raccontata la nostra storia _ confida Puricelli _ nasce dalla voglia di creare qualcosa di assolutamente particolare e di nicchia. Dal gusto strong e non per tutti. La nostra filosofia è quella di creare, inventare e non copiare. Crediamo che sia un’idea nuova e giovane e la critica ci dà ragione. Lo sbarco in Oriente è un nuovo importante traguardo. Vedremo se arriveranno altre collaborazioni internazionali».

Rita Celli