La Bomba, la storia del ghiacciolo nato a Rimini

Un successo... esplosivo

La Bomba, lo staff (foto Petrangeli)

La Bomba, lo staff (foto Petrangeli)

Rimini, 16 agosto 2016 - «ALI BABÀ c’ha le bombe…». Non siamo cresciuti tutti con quel ritornello nelle orecchie? Le urla di Ali Babà in spiaggia erano come gli annunci della Publiphono: l’estate non era estate senza una bomba sotto i denti. Anche senza più le grida del leggendario venditore ambulante, Walter Carletti e Yuri Invelenato continuano a ‘sganciare’ ogni giorno migliaia di bombe sulle spiagge romagnole. E non solo: perché grazie a loro, che hanno rilevato l’azienda nel 2008, la bomba, il famoso gelato lanciato a Rimini negli anni ’60, un po’ ghiacciolo un po’ sorbetto, ha iniziato a conquistarealtri lidi. «Siamo presenti in gran parte dell’Italia, e distribuiamo i nostri gelati anche a Ibiza, Formentera, in Inghilterra, a Nizza», raccontano i due imprenditori, mentre insieme ai dipendenti imbustano le ultime bombe della giornata nello stabilimento di Santarcangelo. «Siamo alla vigilia di Ferragosto, sono i giorni clou per noi. Non stiamo dietro agli ordini. Abbiamo una valanga di bombe da consegnare».

Quante?

Invelenato: «Superiamo le 8mila al giorno in questo periodo. Ma le richieste sono di più. Riusciamo a far fronte agli ordini grazie alle scorte che prepariamo nei mesi invernali».

Ma la bomba si prepara ancora come una volta?

Carletti: «Assolutamente sì. Quando abbiamo comprato l’azienda nel 2008, abbiamo rilevato anche la ricetta segreta. La bomba è fatta rigorosamente a mano: si prepara la miscela a base di gelato, e poi la si versa negli stampi, si mette lo stecco e la si fa ghiacciare. Solo che prima di noi erano appena in tre a preparare i gelati: ora la nostra azienda (La Bomba snc) ha 17 dipendenti».

E chissà quanti ambulanti che vendono la bomba in spiaggia…

Invelenato: «In Romagna sono una trentina. Ma noi vendiamo anche a locali, bar, supermercati, sia in maniera diretta che grazie alle aziende partner che ci distribuiscono, come gelati Menne, Adriagelo e Sammontana. Io, prima di buttarmi in questa avventura, facevo proprio il rappresentante per la Sammontana».

Come le è venuto in mente di comprare l’azienda che produceva la bomba?

Invelenato: «Avevo saputo che il precedente titolare voleva smettere, ho proposto a Walter di affiancarmi come socio e ci siamo fatti avanti per comprare la società e la ricetta. Non avevamo esperienza diretta di produzione (Carletti viene dalla ristorazione, era uno dei gestori dei Cavalieri mare, ndr), ma sapevamo che c’era del potenziale. Ed è stato così. Oggi i gusti della bomba sono diventati 8, non facciamo più solo quella al limone. Abbiamo iniziato a produrre anche i ghiaccioli, tutti fatti a mano. E il fatturato è passato con noi da 100mila euro a oltre 700mila».

E avete iniziato anche a esportare la bomba all’estero. La prossima tappa?

Carletti: «Grazie alla Galvanina abbiamo fatto quest’estate la prima consegna per i supermercati Freshway di New York. La Galvanina ha lanciato i nostri gelati con la linea Lolly, il sorbetto sullo stecco, rigorosamente biologico. Anche il New York Times ha scritto dei nostri gelati. E ora abbiamo avuto un altro ordine per il Texas».

La bomba venduta agli americani: un’esplosione di sapore…

Invelenato: «Questo è solo l’inizio. Se le cose andranno bene, apriremo uno stabilimento anche negli Stati Uniti. E naturalmente continueremo a produrre qui». Perché la bomba è nata a Rimini, e deve restare a Rimini.