Coca e ragazze squillo al night: arrestato Cappelli

Da due anni il night 'Perla' era sotto custodia giudiziale

Escort (Foto di repertorio Germogli)

Escort (Foto di repertorio Germogli)

Rimini, 7 ottobre 2015 - Entreneuse trasformate in squillo di lusso con scorta di cocaina per i clienti più esigenti. Spudorati e temerari, i nuovi gestori del night La Perla, perchè nonostante il locale sia sotto custodia giudiziale, erano riusciti a scavare un filone d’oro che violava palesemente le regole del contratto. Ieri mattina all’alba, le manette sono scattate ai polsi di cinque persone, accusate a vario titolo di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e spaccio di droga.

Fra tutti, spicca il nome di ‘Pucci’, al secolo Marco Cappelli, 60 anni, viveur a tutto tondo, chiacchierato da tempo immemorabile ma sempre sulla cresta dell’onda e fino alla fine del 2014 ‘direttore’ de La Perla. Ora è confinato agli arresti domiciliari, così come Rodolfo Luciani, 68 anni, di Comacchio e Vittorio Di Leo, faentino, 33, gestori e amministratori di fatto del locale. A questi si aggiungono Luca Lombini, 30enne imolese, autista delle ragazze e factotum del night, e Aurel Mekuli, 38, l’albanese che pensava al rifornimento di coca.

Quella che i carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, hanno battezzato ‘Operazione Ubris’, parte per caso. Nel corso di un’intercettazione telefonica, i militari scoprono che La Perla è al centro di un giro di prostituzione. Messo sotto sequestro per essere finito nel mirino della camorra, dopo un anno di chiusura il locale è stato affidato dall’amministratore giudiziario a una nuova società (il titolare è parente di uno degli arrestati ma estraneo all’inchiesta) con un contratto di sei anni e un affitto di 105mila euro all’anno. Le regole imposte dall’amministratore nominato dal Tribunale sono ferree, ma dalle intercettazioni emergerebbe tutt’altro panorama. Parte l’inchiesta, i militari ci lavorano mesi e alla fine riescono a ricostruire il quadro per intero.

Ballerine e intrattenitrici, romene, moldave e albanesi, hanno tutte contratti regolari, ma non si limitano al lavoro di routine. Oltre a far consumare ai clienti litri di champagne, dicono gli inquirenti, l’«azienda» concorda per loro anche gli extra con i frequentatori più danarosi, disposti a pagare fino a 1.200 euro per una serata ‘piena’. Una parte, sostanziosa, va alla ragazza, il resto ai gestori. I prezzi naturalmente salgono alle stelle in tempo di fiere, e c’è chi, come un imprenditore della zona, è disposto a consegnare un assegno postdatato pur di usufruire del ‘trattamento’. Tutti contenti, tranne una. Una giovane che la notte del 14 agosto 2014 chiama dal night i carabinieri perchè, dice, vogliono costringerla a prostituirsi. Ma l’inchiesta è già partita, e La Perla, di nuovo, ha i giorni contati.